10 dicembre 2020

La nuova ammiraglia di Azimut è Trideck: 38 metri di innovazione e tre ponti verso il futuro

10 dicembre 2020

Presentata la nuova ammiraglia di Azimut Yachts. Primo yacht a tre ponti e barca più grande mai costruita dal cantiere, Azimut Trideck è il simbolo della capacità d’innovazione progettuale, stilistica e costruttiva dello storico marchio

La nuova ammiraglia di Azimut è Trideck: 38 metri di innovazione e tre ponti verso il futuro

Presentata la nuova ammiraglia di Azimut Yachts. Primo yacht a tre ponti e barca più grande mai costruita dal cantiere, Azimut Trideck è il simbolo della capacità d’innovazione progettuale, stilistica e costruttiva dello storico marchio

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Manca una manciata di centimetri per annoverarlo tra i megayacht, con cui solitamente vengono indicate le navi da 40 metri in su. Ma, vedendo il progetto e l’innovazione, lo potremmo tranquillamente inserire nella categoria dei big.

Azimut Trideck, con i suoi 38 metri, è infatti la nuova ammiraglia di Azimut Yachts ed è il primo yacht a tre ponti e la barca più grande mai costruita dal cantiere, diventando il simbolo della capacità d’innovazione progettuale, stilistica e costruttiva di Azimut. La consegna della prima unità è prevista per i primi mesi del 2021.

Lungo 38,2 metri e largo 7,9 metri, Azimut Trideck è uno yacht dal layout altamente innovativo, pensato per un armatore contemporaneo che cerca un contatto costante con l’ambiente esterno e pensa alla barca come a un luogo di convivialità. Informalità, dinamismo e flessibilità degli spazi sono dunque i concetti fondamentali di questa nuova creazione.

DESIGN E LAYOUT DEGLI ESTERNI

Sempre garantendo linee esterne leggere e dinamiche, Alberto Mancini ha impostato il design della barca partendo dall’inserimento di un ponte intermedio sfalsato a poppa, che offre all’imbarcazione nuovi e più ampi spazi all’aperto, che si differenziano dagli standard usuali.

Trideck, infatti, accoglie gli ospiti attraverso la passerella centrale collegata al mezzo ponte, leggermente rialzato rispetto al Main Deck, l’Aft Raised Deck. E’ proprio questo ponte rialzato che, a cascata, consente la creazione di tre nuove aree specifiche: Sea View Terrace, Beach Club e Private Patio.

La Sea View Terrace è un palco aperto sul mare, una nuova area a sbalzo che precede il pozzetto tradizionale, rialzata rispetto alla superficie dell’acqua e concepita come un vero salotto sul mare senza chiusure laterali. Grazie ad un gioco di pieni e vuoti, sembra staccarsi dalle murate e galleggiare sospeso sull’acqua.

L’Aft Raised Deck permette invece di avere un enorme Beach Club a tutta altezza, che sul Trideck è una vera lounge a livello del mare (anche perché tender e toys trovano posto in un garage separato a proravia). Durante le soste in rada, lo specchio di poppa basculante si apre e aumenta la superficie a disposizione: con un’ampiezza di oltre 30 mq affacciati a pelo d’acqua, il beach club è un’area attrezzata e personalizzabile negli arredi. La poppa è protesa verso il mare così come le fiancate.

Il progetto di Mancini svela inoltre una terza inedita area esterna, protetta e riservata: sul Main Deck, pochi gradini sotto la Sea View Terrace, c’è il Private Patio. Il pozzetto è stato infatti concepito come un patio, un luogo all’aperto ma al tempo stesso di grande privacy, riparato anche dalla brezza grazie alle vetrate laterali.

Sull’Upper Deck, a tutto baglio, c’è un’altra grande zona flessibile nell’arredo e separata da una vetrata dalla zona dining esterna che, quando aperta, crea un’unica immensa area dining/lounge. Il Sun Deck, infine, offre un bar a prua, una vasca idromassaggio custom circondata da prendisole e un arredo freestanding.

Un abile gioco di carrozzeria alleggerisce le linee esterne, restituendo una sensazione di dinamismo non facile su uno yacht di queste dimensioni: una nervatura che parte da poppa all’altezza degli scarichi e continua fino a prua, movimenta e dà tensione alla murata, mentre scarichi e passacavi diventano elementi di design.

LAYOUT E DESIGN INTERNO

Achille Salvagni è l’autore di un design che ridefinisce il ruolo dello spazio, dando nuove funzioni alle varie aree della barca. Il suo lavoro muove su due livelli: un ripensamento funzionale degli spazi interni, per cui si abbandona il preconcetto di attribuire delle specifiche funzioni alle diverse zone e si trasforma la barca in un luogo in cui l’armatore realmente si rilassa, in uno spazio più liquido e mutevole.

In questo senso, gli interni sono stati dilatati, ampliati in altezza e in larghezza e perfettamente integrati con le aree all’esterno, per diventare un’estensione gli uni delle altre. Salvagni, in più, arricchisce gli ambienti attraverso un forte lavoro sul décor: alla liquidità dello spazio associa anche una liquidità del segno, per cui essi appaiono non semplicemente riempiti ma scolpiti, grazie alla tensione delle forme e alla purezza e alla pulizia del tratto.

Le alternanze dei materiali usati, la ricercatezza dei loro accostamenti e le scelte dei colori e delle finiture creano una qualità di grande livello. Giocando sull’attenzione al dettaglio e sull’uso di materiali nobili, che si rifanno alla tradizione della marineria, la proposta di Salvagni rappresenta un avanzamento concettuale che non rinnega il linguaggio tipico della nautica ma lo esalta in chiave contemporanea.

Da un punto di vista del layout, anche gli interni sorprendono: sul Main Deck, dal Private Patio si accede al salone interno, dove scompare la tradizionale zona pranzo formale, trasformando questo ponte in un luogo di convivialità e informalità. L’ardita scansione degli spazi in questa configurazione è uno degli elementi che collocano di diritto il Trideck nel mondo dei megayacht.

L’area dining formale è sull’Upper Deck, disegnato come un unico grande ambiente votato alla socialità. La cucina principale è sul Main, mentre sull’Upper c’è quella di servizio. Un secondo layout alternativo vede la cucina di servizio sostituita da una sesta cabina Vip, a cui si aggiungono le quattro cabine ospiti a centro barca sul Lower e l’armatoriale sul Main Deck.

PERFORMANCE E TECNOLOGIA

La prua, per offrire dinamismo senza rinunciare agli spazi, è tagliata a doppia inclinazione, una soluzione che consente di ottimizzare i volumi interni.

La carena disegnata da Pierluigi Ausonio con il centro Ricerche e Sviluppo di Azimut è la D2P Displacement to Planing. Si avvale dei software proprietari di CFD, analisi FEM e delle prove in vasca. Il doppio spigolo dello scafo permette di ottenere una minore resistenza ai regimi di crociera e una maggiore stabilità in dislocamento. Con doppia possibilità di motorizzazione, da 2.400 o 2.600 mhp, Trideck avrà una velocità massima di 23 o 24 nodi.

Tutta la sovrastruttura, inoltre, è laminata in carbonio con l’aggiunta di resina vinilestere ed epossidica. In questo modo si ottiene una significativa riduzione del peso complessivo dello yacht e la combinazione tra carena D2P e sovrastruttura in carbonio, produce un sensibile miglioramento delle performance: consumi contenuti, maggiore velocità e autonomia.

SCHEDA TECNICA – AZIMUT TRIDECK

Lunghezza fuori tutto: 38,2 m

Larghezza max: 7,9 m

Immersione a pieno carico: 1,8-1,85 m

Dislocamento a pieno carico: approx 190 t

Motorizzazione: 2 x 2400 mHP MTU | 2 x 2600 mHP MTU

Velocità massima: 23 knots | 24 knots

Velocità di crociera: 19 knots | 20 knots

Serbatoi carburante: 22.500 l

Serbatoi acqua dolce: 4.000 l

Cabine: 5 + 4 crew | 6 + 4 crew

Posti letto: 10 + 6 crew

Servizi: 7 + 4 crew

Materiale di costruzione: Carbon fibre + GRP

Design esterni & concept: Alberto Mancini

Design interni: Achille Salvagni Architetti

Progettista carena: P.L. Ausonio Naval Architecture & Azimut Yachts R&D Department

Certificazione: Rina Pleasure.

 

Giuseppe Orrù

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