21 maggio 2021

Lorenzo Pollicardo primo italiano nel team operativo di SYBAss: “I superyacht protagonisti della nautica sostenibile”

21 maggio 2021

Intervista all’ingegner Lorenzo Pollicardo, direttore tecnico ambientale di SYBAss, l’associazione internazionale che riunisce i produttori di superyacht di tutto il mondo. A Liguria Nautica spiega: “Stiamo lavorando per una nautica ecosostenibile”

Lorenzo Pollicardo primo italiano nel team operativo di SYBAss: “I superyacht protagonisti della nautica sostenibile”

Intervista all’ingegner Lorenzo Pollicardo, direttore tecnico ambientale di SYBAss, l’associazione internazionale che riunisce i produttori di superyacht di tutto il mondo. A Liguria Nautica spiega: “Stiamo lavorando per una nautica ecosostenibile”

8 minuti di lettura

Lorenzo Pollicardo, ingegnere navale che ha trascorso la vita nella nautica, è il primo italiano entrato a far parte del team operativo ed esecutivo di SYBAss, la Super Yacht Builders Association, associazione mondiale dei costruttori di superyacht. In questo sodalizio, l’Italia è ampiamente rappresentata, con alcuni marchi che sono icona dell’eccellenza della grande cantieristica nautica nel mondo e del “Made in Italy”, come Benetti, Tankoa, Baglietto, Perini Navi e Fincantieri Yachts.

Laureato a Genova in Ingegneria Navale e Meccanica, sposato e padre di due figli, Lorenzo Pollicardo è stato per 12 anni direttore della Divisione Yachting e Certificazione Navale del RINA. Ha rivestito ruoli chiave in associazioni di categoria nautiche, è stato consulente dell’Autorità Portuale di Genova per lo sviluppo della Darsena Nautica, e del Comune della Spezia per lo sviluppo territoriale di iniziative di refit nautico e come membro del Tavolo per la Nautica del Golfo.

Ora, con il suo incarico di Technical & Environmental Director (direttore tecnico e ambientale) di SYBAss, rappresenta la grande cantieristica nautica internazionale e partecipa attivamente al processo di regolamentazione, confrontandosi con i grandi protagonisti della comunità marittima mondiale, come IMO (International Maritime Organisation), EMSA (European Maritime Safety Agency), MCA (Maritime and Coastal Agency UK), CISR (Cayman Islands Shipping Registry), REG (Red Ensign Group), ISO (International Standard organisation) e collaborando con associazioni come ICOMIA (International Council of Maritime Industry Associations), LYBRA (Large Yacht Brokers Association) e MYBA (European Boating Industry and Mediterranean Yacht Brokers Association).

LN – Ingegner Pollicardo, in cosa consiste il suo ruolo e quali sono gli obiettivi di SYBAss?

LP – SYBAss è l’associazione che raggruppa a livello internazionale i produttori di grandi yacht, con una regola molto precisa, che rende questa associazione particolarmente omogenea: si possono associare soltanto i cantieri che producono grandi yacht, che esistono da almeno 10 anni e che in 10 anni hanno realizzato almeno tre grandi yacht oltre i 40 metri non di serie, quindi custom o semi custom.

La rappresentatività internazionale è molto elevata e l’ultimo dato sui nostri soci superava il 60% delle tonnellate di stazza di tutti i cantieri del mondo, ma stiamo ancora acquisendo nuovi soci. Ci stiamo avviando infatti ad una rappresentativa quasi totale dei produttori di megayacht di tutto il mondo e recentemente abbiamo dato anche ai produttori di yacht a vela la possibilità di entrare in SYBAss. In questo caso occorre aver creato almeno tre barce, da 30 metri in su, negli ultimi 10 anni.

SYBAss ha ottenuto dal 2003 lo status di associazione consultiva dell’IMO, l’International Maritime Organization, per rappresentare la cantieristica dei grandi yacht. Io sono il direttore tecnico e ambientale e ho il ruolo, tra le altre cose, di presiedere la posizione di SYBAss di fronte all’IMO a Londra.

L’attività che svolgo, è quella di influenzare la normativa sulla sostenibilità e portarla verso il prestigio dei grandi yacht, davanti a enti come l’IMO, l’ISO, con le più importanti e principali organizzazioni di bandiera e poi con tutti gli enti di classificazione. Siamo molto impegnati sullo sviluppo di una normativa sulla sicurezza e sull’ambienteParlando di grande cantieristica, le tre realtà più forti sono Italia, Olanda e Germania, ma abbiamo soci anche dagli Stati Uniti, in Medio Oriente, in Turchia e in Australia.

LN – Come ha ricordato, l’Italia è una dei grandi protagonisti nella produzione di superyacht, ma lei è il primo italiano a entrare nel team operativo di SYBAss…

Lorenzo Pollicardo

LP – Sì, sono il primo italiano a far parte del team operativo. Ma i panni che vesto sono comunque internazionali. E’ indubbio che aver scelto un italiano per questo ruolo, è un riconoscimento alla cantieristica italiana e fa piacere che lo sia nell’ambito tecnico e tecnologico e nella ricerca.

Premiando la mia figura, è stato come premiare il lavoro della cantieristica italiana. Prima ho sempre rappresentato l’industria del mio Paese, ora rivesto gli interessi dell’industria internazionale. I soci italiani numericamente effettivamente sono maggiori.

Sono molti anni che lavoro, ho creduto alla nautica da diporto sin da quando ero ispettore navale al RINA, però ho sempre un po’ sofferto il “ruolo di Cenerentola” che aveva la nautica da diporto. Non tanto presso il RINA, ma presso gli enti internazionali. All’epoca, il diporto era visto un po’ come un giocattolo, ma ora che siedo a questi tavoli, dopo molti anni, ho riscontrato un riconoscimento del prestigio e dei grandi numeri.

Adesso la nautica da diporto è riconosciuta come componente importante, al pari di altri segmenti della comunità marittima internazionale. Questo significa che oggi siamo chiamati a giocare la nostra parte nelle sfide sulle norme e sulla tecnologia, non solo con la safety e security, ma sempre di più nella parte della sostenibilità. Siamo chiamati a contribuire e lo stiamo facendo molto bene: presso l’IMO siamo riconosciuti un po’ come la Formula 1 del mare. Pensi che abbiamo dei nostri soci che stanno già lavorando all’idrogeno.

LN – Come se la sta passando il mercato dei superyacht?

LP – La nautica sta andando ragionevolmente bene, sia per l’apprezzamento del prodotto nautico, sia per la riscoperta dell’andar per mare, soprattutto grazie alle nuove generazioni. Quello che vale per il principio generale, vale anche per le barche più grandi. C’è stato un po’ di stop dovuto al lockdown, quindi i numeri del portafoglio ordini oggi sono un po’ sfalsati per i ritardi nelle consegne, che fanno sì che alcuni megayacht siano ancora in lavorazione per i ritardi accumulati.

Ma gli ordini ci sono, non c’è preoccupazione, c’è un’attenta attesa. Il nostro studio, l’Economic Report, dedicato ai soci, scriveva: “aspettando che la nebbia si diradi“. Stiamo andando bene, ma c’è un po’ di nebbia che deve dissolversi. C’è stata comunque una crisi sanitaria che ha creato anche una crisi economica.

LN – Si dice che la pandemia abbia fatto avvicinare molti alla nautica o riscoprirla come vacanza sicura…

LP – Esatto. Il Covid ha veramente svegliato gli animi, non solo per la voglia di andare per mare, ma anche per l’esigenza di avere prodotti ecosostenibili, soprattutto nei superyacht.  Ora si sostituisce la performance al comfort di bordo e all’attenzione ambientale. Ci sono sempre meno yacht plananti ma più dislocanti o semi dislocanti e sempre più explorer. C’è un orientamento a uno yachting più vero, più vissuto. E questo è dovuto anche ad una fascia più giovane che si affaccia sul mercato. La cantieristica internazionale dei grandi yacht sta facendo della sostenibilità il suo fiore all’occhiello, perché ci sono gli sponsor, ovvero chi compra la barca.

Un nostro socio ha comunicato la costruzione di uno yacht sopra i 100 metri che avrà forte generazione di energia a idrogeno e metanolo. L’armatore ha permesso di presentare il progetto ma non di rivelare la sua identità. Questo perché l’armatore è orgoglioso di poter vivere questo progetto innovativo dal punto di vista dell’impatto ambientale. C’è un filo conduttore sui nuovi combustibili, con un limite che è la competizione tra aziende, che è ciò che rende innovativa e dinamica questa industria.

Monaco Yacht Show

Monaco Yacht Show

LN – Parliamo di grandi eventi. Dopo lo stop dello scorso anno, tornerà il Monaco Yacht Show. Cosa dobbiamo aspettarci?

LP – SYBAss riconosce come saloni di interesse un numero contenuto di manifestazioni. Il primo è sicuramente il Monaco Yacht Show. Ci siamo molto adoperati sull’opportunità o meno di svolgere il MYS dello scorso anno, che poi è saltato. Ma è stata colta l’opportunità, in collaborazione con le altre associazioni internazionali, per fare un refresh dell’evento, riconosciuto come principale della cantieristica mondiale.

SYBAss è un po’ il garante, il suggeritore, ma non ha ruoli organizzativi. Monaco è un salone che va sempre di più verso la B2C, meno B2B: vale a dire meno incontri tra operatori e più rivolto ad ospitare la clientela e chi la rappresenta, in modo che l’investimento porti ad un’eventuale vendita. Il salone andrà verso un livello di élite ancora maggiore, cercando di favorire la visita dei clienti. Inoltre siamo ai saloni di Fort Lauderdale e Dubai e abbiamo concesso il patrocinio allo Yare di Viareggio, fin dalla sua nascita.

SYBAss ha promosso la nascita di due fondazioni, una mirata alla comunicazione, una dedicata alla progettazione innovativa. La Superyacht Life Foundation nasce per promuovere l’immagine del grande yachting. Dietro ogni superyacht c’è una storia. La Superyacht Life Foundation ha la missione di condividere queste storie, offrendo una nuova visione delle persone, dei luoghi e dei progetti positivi che circondano la bella vita dei superyacht.

La seconda si chiama Water Revolution Foundation e lavora molto più all’interno di SYBAss, gestendo i progetti legati alla sostenibilità, con l’obiettivo di arrivare alla grande nautica a impatto zero. La sua missione è promuovere la sostenibilità nel settore dei superyacht, attraverso la collaborazione e l’innovazione, aprendo la strada alla sua impronta ecologica e alla conservazione dei preziosi oceani del mondo. La salute degli oceani non è solo vitale per il futuro dell’industria dei superyacht, ma è fondamentale per il benessere del pianeta.

 

Giuseppe Orrù

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