Accende il motore, squalifica per regola 69 alla Roma Giraglia, ma Potestà andrà in appello
Carlo Potestà di Phantomas è stato squalificato per avere acceso il motore durante la regata, ma l'accusato si difende e annuncia di volere andare fino in appello contro una sentenza a suo dire ingiusta
Carlo Potestà di Phantomas è stato squalificato per avere acceso il motore durante la regata, ma l'accusato si difende e annuncia di volere andare fino in appello contro una sentenza a suo dire ingiusta
Non è certo una notizia che fa piacere, anzi ci lascia alquanto basiti. Apprendiamo che durante la Roma-Giraglia, regata che si è svolta sul percorso Riva di Traiano, scoglio della Giraglia e ritorno, il vincitore nella classifica dei solitari è stato squalificato con la regola 69, comportamento antisportivo, per avere acceso il motore. Si tratta di Carlo Potestà, armatore dell’Elan 410 Phantomas, già vincitore della prima edizione della Roma X1.
Emergono nelle ultime ore, dopo che la notizia è stata data inizialmente da farevela.net, dei nuovi particolari raccolti da saily.it in un’intervista con i protagonisti. POtesta è stato protestato da tre concorrenti, Mario GIrelli, Matteo Miceli e Sergio Frattaruolo. La Giuria ha analizzato i dati del tracking che hanno rilevato un andamento anomalo per la barca nelle date condizioni meteo. Questa la dichiarazione della Giuria riportata da Saily: “In assenza di prove abbiamo potuto solo cercare i dati delle tracce satellitari di barche e regata: tempi, venti, carte meteo, velocità e tracciato delle rotte. Questi ultimi, nel caso della barca protestata, sono parsi poco compatibili con la navigazione a vela nelle condizioni date. Abbiamo lavorato per oltre 2 ore a esaminare i dati, prima di prendere una decisione. Abbiamo anche chiesto al protestato se intendeva rititarsi, ma questi ha risposto di voler andare fino in fondo. Adesso, se la Giuria d’Appello non dovesse rivedere la sentenza, lui rischia una squalifica”.
Carlo Potestà infatti non accetta la decisione e ha già annunciato che vuole andare in appello, come suo diritto, per dimostrare che la sua barca in condizioni di vento leggero può camminare di più rispetto ai Class 40 dei tre protestanti. Ne sapremo di più prossimamente.
A chi partecipa alle regate d’altura intanto diciamo: andate per mare, divertitevi, godetevi la competizione pura, quella che prima di tutto rispetta gli avversari secondo le regole del gioco.
Argomenti: Daily Nautica
Sinceramente il titolo è fuorviante.
Non mi pare che sia stata fornita alcuna prova reale l’accensione motore.
Sono d’accordo che avrebbero dovuto piombare riduttore, cos nonì è stato.
Io sono dell’idea che servono prove circostanziate, altrimenti basteranno sempre alcuni sconfitti (giustamente?) delusi per far squalificare chi è stato più bravo.
In questi caso nessuno può dimostrare nulla, quindi lascerei l’ordine d’arrivo com’era e farei tesoro questa esperienza.
L’unica che ne esce sconfitta in ogni caso è la vela a prescindere da quale lato si trovi la disonestà.
Non conosco l’armatore e non mi permetto certo di sentenziare su cosa ha o non ha fatto, certo è che regate di questo tipo, in solitario o in equipaggio dovrebbero prevedere la piombatura della linea
d’asse o del S- Drive. Troppo spesso è accaduto in passato che barche lentissime in una notte di bonaccia abbiamo recuperato miglia, a volte decine, sul resto della flotta. Ricordo che alla Carthago di 10 anni fa, una regata affascinante ma neppure titolata, il motori venivano piombati eccome. I concorrenti sleali esistono in tutti gli sport, figuriamoci nella vela. Non ci sarebbe da stupirsi neppure troppo se chi dichiara vele più piccole del vero accendesse il motore per guadagnare qualche posizione o addirittura la vittoria. Alla faccia di chi, per fortuna ancora molti, passa le notti, stanco e assonnato, a filare un centimetro di drizza per guadagnare qualche decimo di nodo. Fabio Costa. Genova
Non meravigliamoci, in quasi tutte le regate ci sono i furbetti che pur di non ammettere i loro errori fatti in regata e/o la loro inferiorita’ per effetto di una mancanza di performance della loro barca accendono il motore ( tanto e’ vero che io dico sempre – basta denominarla pero’ , regata ….. a vela / motore ); la cosa mi consta personalmente tanto e’ vero che non partecipo piu’ a nessuna regata, ne’ di circolo ne’ nazionale. L’ unica sicurezza e’ il sigillo del motore ad inizio regata e di poi all’ arrivo la commissione ispezionera’ tutti i motori delle barche per vedere se il sigillo e’ ancora integro ( attenzione pero’ che anche qui hanno trovato l ‘ escamotage , perche’ smontano e poi rimontano l’ intera parte sigillata !!!!! Poveretti fanno proprio pena ………….