Al vento degli oceani: a Santa Margherita Ligure il racconto del giro del mondo del RollyGo
Il giro del mondo del RollyGo: una storia di uomini e di mare
Il giro del mondo del RollyGo: una storia di uomini e di mare
A Santa Margherita Ligure, nella “sala degli stucchi” di Villa Durazzo, il circolo Vela Santa Margherita, con il supporto del Comune, ha organizzato una serata emozionate in cui è stato ripercorso con il racconto da diretti protagonisti il giro del mondo del RollyGo.
La famosa barca progettata da German Frers, infatti, nel 1981-82 ha partecipato alla terza edizione della Whitbread Round The World Race, il giro del mondo in equipaggio che poi è diventato Volvo Ocean Race e oggi, con il nome di The Ocean Race, arriverà per la prima volta nella storia a Genova, all’inizio del 2023 per il Grand Finale.
Una storia, quella del RollyGo, che parte proprio da questa parte della Liguria, il golfo del Tigullio, che ha permesso l’incrocio e l’incontro di così tante vite e professioni diverse, da grandi imprenditori e professionisti del settore a giovani appassionati. Viene infatti costruito a Lavagna dai famosi cantieri Sangermani e fa base per i primi allenamenti tra Rapallo, Santa Margherita e Portofino. Una barca per un giro del mondo non è una barca qualunque ma nasce nelle visioni e idee di un grande come Giorgio Falk e si “arma” con l’esperienza, la pragmaticità, l’intelligenza di un grandissimo navigatore e uomo come Pierre Sicouri.
Così il RollyGo, tra giovani sognatori ed esperti marinai, intraprende un’avventura che lo porterà nel Solent per la partenza e poi verso il giro, che si snoderà in 4 tappe, fermandosi a Cape Town (Sudafrica), a Auckland (Nuova Zelanda) e a Mar del Plata (Argentina), passando da Capo Horn per tornare in Inghilterra all’arrivo. A raccontarla gli unici due protagonisti che hanno partecipato a tutte le tappe, Guido Grugnola e Andrea Henriquet (oltre al marinaio storico di Falk “Jeppson”, purtroppo scomparso da qualche anno).
Con i preziosi interventi di Paola Pozzolini, moglie di Pierre Sicouri e partecipante alla prima tappa, la serata si è svolta tra le valutazioni tecniche della navigazione, degli incidenti e delle scelte compiute ma anche con il racconto delle emozioni di vita, di sogni raggiunti, di colori, di aurore australi, di iceberg, di albatros e di una vita di bordo tra componenti di equipaggio che diventano amici di avventura.
Particolarmente avvincenti i racconti del disalberamento durante la prima tappa, le cause tecniche dell’incidente con le azioni prese per l’attrezzatura di fortuna e le conseguenze di vita a bordo nelle settimane successive. Molto emozionante poi il racconto del recupero di Paolo Martinoni, caduto in mare in pieno Oceano Pacifico di notte durante una tempesta. Ancora oggi la consapevolezza di essere l’unica barca riuscita a recuperare un uomo in mare a quelle latitudini e in quelle condizioni (purtroppo nelle varie edizioni del giro del mondo diversi uomini sono stati persi per questo motivo), la manovra per il recupero, i pensieri del rischio enorme di dover rientrare con un uomo in meno, ha “rotto la voce” a chi raccontava e forse provocato qualche brivido in sala.
A contribuire alla buona riuscita della serata, gli interventi di Silvia, figlia di Sicouri, con la sua partecipazione alle Olimpiadi di Rio e con il suo modo di interpretare la vela, ma anche del sindaco di Genova Marco Bucci, che, a tratti emozionato (come velista), ha portato la testimonianza di quello che Genova vuole diventare o forse ritornare ad essere, ovvero un riferimento mondiale per la vela.
E l’occasione è sicuramente il Grand Finale della Ocean Race del prossimo giugno. Presenti anche i sindaci Paolo Donadoni di Santa Margherita, Matteo Viacava di Portofino e tanti altri protagonisti del “mare”. Un grande serata, dunque, che, oltre a farci tornare ad un periodo storico importante, ha voluto anche toccare i temi della protezione e salvaguardia degli oceani.
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