23 settembre 2015

Andrea Mura ha venduto Vento di Sardegna: senza sponsor finisce il sogno Vendée Globe

23 settembre 2015

Andrea Mura vende Vento di Sardegna, la decisione sofferta è arrivata dopo avere constatato l'impossibilità a reperire l'intero budget

Andrea Mura ha venduto Vento di Sardegna: senza sponsor finisce il sogno Vendée Globe

Andrea Mura vende Vento di Sardegna, la decisione sofferta è arrivata dopo avere constatato l'impossibilità a reperire l'intero budget

2 minuti di lettura

La notizia era ormai nell’aria, ma l’ufficialità fa comunque male: Andre Mura ha venduto il suo IMOCA 60, il nuovo Vento di Sardegna, che avrebbe dovuto portare lo skipper sardo al Vendée Globe, è adesso di proprietà di un altro skipper di cui non si conosce ancora il nome.

Scelta obbligata quella di Andrea Mura, data l’impossibilità a reperire l’intero budget necessario a partecipare alla Transat Jacques Vabre e al prossimo Vendée Globe, dopo che la regione Sardegna aveva negato il finanziamento inizialmnte promesso.

Quella di Andrea Mura e del sogno Vendée Globe, ormai infranto, è, se vogliamo, una storia tutta italiana. Francamente fa riflettere il fatto che lo skipper sardo non abbia trovato la disponibilità di nessun soggetto a sostenere il suo progetto: il Vendée Globe è infatti una regata che garantisce un ritorno di immagine che non ha eguali, un investimento che per un’azienda può rivelarsi molto produttivo. A chi continua a dire che la crisi in Italia e nel settore nautica stia finendo, la risposta sta proprio nella storia di Andrea Mura.

Il nuovo Vento di Sardegna, lo ricordiamo, era stato costruito dai Cantieri Persico Marine, invelato dalla veleria di Andrea Mura, un vero gioiello del made in Italy che non vedrà mai sventolare la bandiera italiana sulla sua poppa.

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1 commento

  1. Marco says:

    Da appassionato velista sono veramente dispiaciuto ma è inevitabile probabilmente il sogno di mura dell’avventura tutta made in italy era troppo azzardata a mio avviso con il palmares che si portava dietro forse conveniva correre per qualche altra bandiera, un po’ come fanno i nostri lavoratori che vanno a lavorare all’estero per campare.
    la vela a questi livelli è uno sport individuale per cui è l’.uomo che attrae lo sponsor non l’avventura. A questo punto posso solo sperare di rivedere mura solcare oceani e battere nuove sfide a quel punto saranno gli sponsor a presentarsi alla sua porta e poco importa sé parleranno una lingua diversa dalla nostra.