Arkéa Ultim Challenge Brest: una flotta sparsa su 7.000 miglia
Mentre il primo della flotta, Charles Caudrelier, si trova al largo del Brasile, il chiudipista Eric Péron inizia la traversata dell’oceano Pacifico
Mentre il primo della flotta, Charles Caudrelier, si trova al largo del Brasile, il chiudipista Eric Péron inizia la traversata dell’oceano Pacifico
Contrariamente al Vendée Globe, giro del mondo senza scalo e in solitaria a bordo dei monoscafi IMOCA 60, questa prima edizione dell’Arkéa Ultim Challenge Brest dedicata ai maxi trimarani non vedrà arrivi serrati a poche ore di distanza, dopo aver circumnavigato il globo. Tra il primo della flotta Charles Caudrelier (Maxi Edmond de Rothschild) e l’ultimo, Eric Péron (Adagio), infatti, ci sono circa 7.000 miglia di distacco, che, a seconda delle condizioni meteo, possono tradursi in parecchi giorni di scarto all’arrivo.
Certo, le cinque barche in gara appartengono a diverse “generazioni” e quindi sono molto diverse, con conseguenze importanti sulla performance e la velocità. E gli skipper rimasti in gara, cinque, dopo il ritiro di Tom Laperche, stanno conducendo ognuno una corsa a sé. Dal canto suo Charles Caudrelier, il leader della regata sin dagli inizi, il 2 febbraio annunciava la sua decisione di diminuire la velocità e “fare una pausa” nella corsa prima di passare Capo Horn.
La situazione meteo intorno al mitico capo del Sud America, infatti, si preannunciava dantesca, con due depressioni che si sarebbero fuse, generando venti violenti con raffiche oltre ai 70 nodi e un mare certamente infuriato. Un rischio che, dato l’importante vantaggio accumulato sul secondo, Armel Le Cléac’h (Maxi Banque Populaire XI), il francese e il suo team non hanno voluto correre, scegliendo di preservare quanto più possibile il marinaio e la barca da eventuali, forse inevitabili, danni, in condizioni così dure.
Quanto a Le Cléac’h, è suo il primato, finora, del maggior numero di miglia percorse, accumulate tenendo una rotta molto bassa nell’Atlantico sud e decidendo di passare a nord della Nuova Zelanda per evitare una depressione potenzialmente pericolosa. Lui e il terzo in gara, Thomas Coville (Sodebo), sono i due skipper che stanno combattendo un match race all’interno della regata, visto che navigano a circa 400 miglia di distanza, dopo aver passato Capo Horn domenica 11 febbraio.
Coville, il decano dei giri del mondo in multiscafo, qualche giorno fa è stato vittima di un incidente che avrebbe potuto costargli caro, un “volo” in pozzetto dalla tavola da carteggio, che fortunatamente si è risolto con una spalla dolorante ma niente di rotto. Dietro di loro navigano invece Anthony Marchand (Actual Ultim 3) ed Eric Péron (Adagio), che, mentre scriviamo, stanno iniziando la traversata del Pacifico. E Marchand dovrebbe affrontare questo oceano con una buona dose di sollievo, essendo ripartito dal suo scalo tecnico a Dunedin (Nuova Zelanda) con una barca di nuovo in forma.
Argomenti: vela