Con Tita e Banti l’Italia della vela conquista l’oro alle Olimpiadi di Tokyo: ecco il segreto del loro successo
Ruggero Tita e Caterina Banti hanno conquistato la quinta medaglia d'oro per l'Italia nella classe dei catamarani volanti Nacra 17
Ruggero Tita e Caterina Banti hanno conquistato la quinta medaglia d'oro per l'Italia nella classe dei catamarani volanti Nacra 17
Nelle regate “normali” si vince con la preparazione della barca, l’organizzazione dell’equipaggio, la conduzione, le manovre, con tattica e strategia gestite con tempi e velocità “normali”. Da quando gli scafi hanno iniziato a volare, a raggiungere velocità inimmaginabili qualche anno fa, la conduzione è invece diventata “feeling con la velocità“, capacità di rimanere in volo, mentre la tattica è un insieme di schemi pre-studiati e messi in pratica quasi a livello di istinto, o per dirla meglio, di intuito immediato. Quindi c’è la necessità di allenamenti continui con migliaia di virate, strambate e speed test in tutte le situazioni.
Poi ci sono le Olimpiadi, dove è necessario fare uno scalino in più, dove la testa, la mentalità, la gestione dell’emozione fa probabilmente la classifica finale tra tanti equipaggi di campioni che si sono allenati per 5 anni con la stessa intensità, che hanno la stessa voglia di vincere. Allora, c’è forse un denominatore comune, una scia bianca che unisce le Olimpiadi di Rio, Luna Rossa ed il meraviglioso oro di Ruggero Tita e Caterina Banti ai Giochi olimpici di Tokyo nella classe dei catamarani volanti Nacra 17.
Ed è un filo che passa da Palermo, da quei fratelli Bruni che abbiamo conosciuto come grandi campioni e che hanno messo in acqua un grande carisma e una grandissima capacità di lavorare in squadra e di trasmettere la giusta serenità ma anche la giusta pressione, che ti fa dare davvero il 100% di quello che hai dentro. Francesco Bruni era timoniere di Luna Rossa, che si è giocata l’America’s Cup contro i neozelandesi. Ganga Bruni era allenatore a Rio e con l’equipaggio Bissaro-Sicouri aveva sfiorato la medaglia.
Se Ruggero Tita e Caterina Banti sono stati perfetti, uno per il “feeling” con la velocità e l’altra in manovra e in carattere, se non hanno fatto errori, se anche quando erano indietro sono rimasti concentrati e hanno rimontato, vuol dire che c’è una mentalità di squadra che va oltre al talento individuale, che è già grande. Possiamo solo immaginare che pressione ci sia in una regata così corta, dove ci si gioca 5 anni di duro lavoro.
La sensazione che ci ha trasmesso Gabriele Bruni conle sue analisi serie, serene e obiettive, che avevamo già apprezzato quando commentava le imprese del fratello su Luna Rossa, ci fanno ben sperare e credere che finalmente, anche nella vela, sia nata un’organizzazione in grado di dare valore aggiunto ai talenti, di non lasciarli soli con le loro capacità tecniche, di non aspettare il campione che vincerebbe sotto qualsiasi bandiera. C’è un filo di continuità tra Luna Rossa e le Olimpiadi e con questo oro forse è nata una Scuola italiana.
Fonte foto: https://www.facebook.com/ConiNews/
Andrea Henriquet
Argomenti: Daily Nautica, vela
Speriamo che almeno una medaglia d’oro, anzi due, possa fare un modo che lo sport delka vela sia debitamente considerato dai rappresentanti delle nostre istituzioni, dal momento che un grande risultato come quello di Luna Rossa non ha nemmeno prodotto un ricevimento nei palazzi di Roma