Da Cape Town a Rio de Janeiro a remi
La traversata atlantica pagaiando, impresa estrema per la salvezza del Pianeta
La traversata atlantica pagaiando, impresa estrema per la salvezza del Pianeta
Il significato che si cela dietro tre parole “Do One Thing” (fare una cosa) è molto più di uno slogan. Queste tre parole hanno lo scopo ideale di unire il mondo in una missione per la conservazione dell’ambiente. Un messaggio di condivisione rivolto all’intera umanità nella speranza che sia ancora possibile salvare il nostro pianeta.
Questo il significato di “DotChallange”, sfida estrema affrontata con una barca a remi sulla rotta della famosa regata velica “Cape2Rio” da Cape Town a Rio de Janeiro. La sigla “DOT” acronimo di “Do One Thing” contraddistingue questa traversata Atlantica affrontata con la sola forza delle braccia come una delle regate a remi più dure al mondo.
A bordo di un’imbarcazione di soli 6,8 metri di lunghezza, appositamente realizzata per questa avventura, Braam Malherbe e Wayne Robertson cercheranno di coprire remando la distanza di 6.700 km che separa Città del Capo in Sud Africa da Rio de Janeiro in Brasile.
Il tragitto già percorso da una delle regate veliche più dure al mondo sarà coperto completamente senza assistenza.
La barca è stata appositamente realizzata per questa avventura. A bordo l’equipaggio disporrà solo degli strumenti strettamente necessari per la sopravvivenza in mare ovvero cibo, kit medici, utensili per la manutenzione dell’imbarcazione e un dissalatore Schenker alimentato da pannelli solari. Il prodotto, realizzato ad hoc ed opportunamente alleggerito, garantisce la fornitura di acqua potabile necessaria alla sopravvivenza dell’equipaggio e indispensabile altresì per la reidratazione dei cibi liofilizzati imbarcati a bordo.
I dispositivi elettrici utilizzati per la navigazione e la comunicazione, collocati nella piccola cabina-rifugio ricavata a proravia, sono alimentati da due batterie a energia solare.
I due avventurieri Braam Malherbe e Wayne Robertson, non nuovi a gesta di questo genere, sfideranno l’Oceano Atlantico cercando di coprire l’intera rotta senza alcuna supporto esterno. Ambientalisti ed ecologisti convinti nonché personaggi di spicco nell’ambito degli sport estremi, i due sono partiti da Città del Capo in Sud Africa il 7 Febbraio 2017 preparando la traversata nei minimi dettagli fino a prevedere una permanenza in mare da due a tre mesi (a seconda delle condizioni meteomarine) e 2.400.000 colpi di pagaia teoricamente necessari per raggiungere Rio de Janeiro e portare a termine l’impresa. Il programma prevede turni di due ore ciascuno ai remi, 24 ore su 24, sette giorni su sette. Ciò per essere sempre vigili anche durante la notte ed evitare pericoli reali quali navi in transito, sommergibili, balene e tempeste.
La finalità dell’equipaggio è improntata sul ritorno di immagine e sulla visibilità che, in caso di successo dell’avventura, saranno in grado di sensibilizzare le masse e focalizzare l’interesse globale su temi così delicati come il rispetto e la salvaguardia del nostro pianeta mettendo in evidenza l’importanza vitale di proteggere la terra e la sua biodiversità.
La sfida DOT si basa sul presupposto che, nel corso del tempo, le piccole cose possono fare una grande differenza. La filosofia del team è fondata sulla convinzione che ogni persona, “facendo anche solo una piccola una cosa”, può forse avere un impatto positivo sulla salvaguardia del pianeta. Ogni individuo ha il potere di promuovere piccoli cambiamenti nella propria vita di tutti i giorni che possono rendere il nostro pianeta sano, verde e sostenibile.
La traversata è possibile seguire la traversata in diretta collegandosi al portale
www.dotchallenge.org
Su Facebook
https://www.facebook.com/DOTDo1Thing/
dove scaricare l’app “Dot Challenge”
https://play.google.com/store/apps/details?id=za.navigate.do1thing
https://itunes.apple.com/za/app/dot-challenge/id1184810121?mt=8
Per la raccolta fondi
https://gogetfunding.com/dot-do-1-thing/
I due protagonisti
www.braammalherbe.com
www.waynerobertsonyachts.co.za
Argomenti: vela