Dal Portogallo all’Argentina da solo in barca a vela per raggiungere la famiglia durante il lockdown
Il Covid e la chiusura dei porti non l'hanno scoraggiato. A marzo, mentre la pandemia imperversava, è salpato per raggiungere la sua famiglia
Il Covid e la chiusura dei porti non l'hanno scoraggiato. A marzo, mentre la pandemia imperversava, è salpato per raggiungere la sua famiglia
Tre mesi di navigazione in barca a vela attraversando l’Oceano Atlantico per raggiungere la sua famiglia in Argentina, completamente solo, senza potersi rifornire di cibo né di carburante, in balia degli elementi. Sembra la trama di un film, eppure è una storia vera a lieto fine. L’esempio di come a volte la vita reale superi la fantasia. A raccontarla sui suoi profili social è l’Asociaciòn Adan.
Juan Manuel Ballestero, 47 anni, è un navigatore esperto, di nazionalità argentina. A marzo, quando i numeri del contagio da coronavirus sono iniziati ad aumentare repentinamente, Juan Manuel si trovava con la sua barca a vela di nome Skua, un Ohlson 29, di quasi 9 metri, nelle acque che lambiscono l’arcipelago portoghese di Madeira, sull’Isola di Porto Santo, ma la sua famiglia era in Argentina, a circa 9.000 km da lui.
Così mentre il mondo si preparava a combattere la sua battaglia contro il virus, il pensiero di Juan Manuel era solo uno, raggiungere al più presto la sua casa e i suoi anziani genitori, anche se con i voli aerei interrotti l’impresa risultava quasi impossibile. Il velista non si perse d’animo. Skua era armata e pronta per navigare, così Juan Manuel decise che se non sarebbe potuto tornare a casa in aereo, l’avrebbe fatto attraverso l’elemento che amava di più: il mare!
Partenza il 24 marzo, per il viaggio più strabiliante della sua vita. Da Porto Santo in Portogallo a Mar del Plata in Argentina, circa 9.000 km percorsi, attraversando l’equatore, per ritornare a casa. Nel mezzo una lunga avventura durata quasi tre mesi, fatta di carattere, forza d’animo e amore per la sua famiglia.
Un uomo completamente solo con la sua barca a vela, nell’immensità dell’oceano, imprigionato nella sua libertà e pronto a combattere contro la forza degli elementi pur di tornare a casa. Direzione Mar del Plata, appunto. Un biglietto di sola andata, perché, a causa del Covid, una volta partito non sarebbe più potuto tornare indietro.
Mesi di navigazione senza poter toccare la terra ferma, senza poter ricoverare Skua in un porto, senza potersi rifornire di ulteriore cibo e carburante oltre quello della partenza, poiché a causa dell’emergenza ogni accesso era rigorosamente vietato.
Nei suoi 85 giorni di navigazione Juan Manuel ha affrontato tutto. Sei giorni di silenzio assoluto, tra l’Africa e l’America, senza neanche un filo di vento ad accompagnare il suo viaggio nelle acque dell’Atlantico e senza carburante di riserva da poter utilizzare, ma anche la furia della tempesta ad abbattersi sulla sua barca a vela.
Poi finalmente il 17 giugno l’arrivo a Mar del Plata e, dopo i risultati negativi del tampone, l’abbraccio con la sua famiglia, giunto al termine di una incredibile, memorabile avventura.
Maria Cristina Sabatini
Foto: profilo Instagram skuanavega
Argomenti: vela