18 ottobre 2019

Dalla Francia ai Caraibi in solitario: ecco la Mini Transat del genovese Matteo Sericano

18 ottobre 2019

Il giovane velista ha appena concluso la prima tappa del viaggio, raggiungendo Las Palmas (Canarie) in settima posizione tra i Mini 650 Prototipi

Dalla Francia ai Caraibi in solitario: ecco la Mini Transat del genovese Matteo Sericano

Il giovane velista ha appena concluso la prima tappa del viaggio, raggiungendo Las Palmas (Canarie) in settima posizione tra i Mini 650 Prototipi

2 minuti di lettura

Dopo due anni di intensa preparazione, il 5 ottobre scorso il genovese Matteo Sericano, classe 1997, è salpato per la Mini Transat, la celebre regata in solitario di oltre 4000 miglia che, partendo da La Rochelle in Francia e attraversando l’Oceano Atlantico senza possibilità di assistenza o di comunicazione con l’esterno, ha come punto di arrivo la Martinica, nei Caraibi.

Nonostante abbia urtato un oggetto galleggiante in mare aperto, mentre navigava a tutta velocità, Sericano ha appena concluso la prima tappa del viaggio, raggiungendo Las Palmas (Canarie) in settima posizione tra i Mini 650 Prototipi. Questo primo step si è rivelato molto complicato, soprattutto a causa delle condizioni atmosferiche avverse. Infatti, le 82 barche in gara hanno affrontato due fronti meteorologici impegnativi nel golfo di Biscaglia e lungo le coste portoghesi, con onde di 4 metri e vento a 30 nodi.

“È stata molto dura -ha raccontato Sericano- sia strategicamente che psicologicamente. Nel golfo di Biscaglia il meteo è stato davvero impegnativo, mentre lungo le coste del Finisterre è stato un po’ più leggero ma sempre difficile. Sono rimasto sveglio e bagnato per tre giorni di fila per non farmi cogliere alla sprovvista da raffiche improvvise di vento. Dopo i due fronti è iniziata la corsa vera e propria e ho spinto al massimo”.

“Poi una notte, verso le 5 del mattino -ha aggiunto il giovane velista genovese- purtroppo ho urtato un oggetto galleggiante con il timone, che fortunatamente è dotato di un sistema a sgancio rapido. Questa tecnologia mi ha permesso di salvarmi ma ha mandato la barca fuori controllo. Ho rischiato di spezzare l’albero e per salvare la situazione ho perso lo spinnaker medio, una delle vele più importanti, tagliando la cima che lo teneva e riuscendo così a raddrizzare la barca”.

“Dopo l’incidente -ha concluso Sericano- ho vissuto momenti difficilissimi ma ho reagito bene e ho gareggiato al massimo con un’altra vela, lo spi maxi. Nonostante l’imprevisto ho fatto una buona gara. Non sono nei top five ma punto a migliorare nella seconda tappa, anche se non so ancora se il comitato di gara mi permetterà di montare un altro spinnaker o se sarò penalizzato e dovrò affrontare l’oceano con una vela in meno rispetto agli altri concorrenti”.

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1 commento

  1. Pierstefano says:

    Un grande augurio a Matteo Sericano per questa sua coraggiosa impresa velica.