24 novembre 2023

Due italiani sul podio della Transat Jacques Vabre 2023: Beccaria primo e Bona terzo

24 novembre 2023

Come da pronostici, due italiani hanno occupato due gradini del podio dei Class 40 alla Transat Jacques Vabre: Ambrogio Beccaria in doppio con Nicolas Andrieu (Alla Grande-Pirelli) conclude primo, Alberto Bona con Pablo Santurde del Arco (Ibsa) terzo

Due italiani sul podio della Transat Jacques Vabre 2023: Beccaria primo e Bona terzo

Come da pronostici, due italiani hanno occupato due gradini del podio dei Class 40 alla Transat Jacques Vabre: Ambrogio Beccaria in doppio con Nicolas Andrieu (Alla Grande-Pirelli) conclude primo, Alberto Bona con Pablo Santurde del Arco (Ibsa) terzo

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Il 23 novembre alle 13:01 (ora italiana), dopo 5.381 miglia di navigazione, Ambrogio Beccaria a bordo di “Alla Grande-Pirelli“, in doppio con Nicolas Andrieu, è arrivato primo fra i Class 40 in Martinica, vincendo la Transat Jacques Vabre 2023.  Prima di lui, solo Giovanni Soldini, in doppio con Pietro D’Alì, aveva vinto la famosa regata transatlantica nel 2007.

Alle 19:26, a tagliare la linea del traguardo in seconda posizione è stato “Amarris” di Achille Nebout e Gildas Mahé, e poco più di mezz’ora dopo  “Ibsa” di Alberto Bona e Pablo Santurde del Arco ha completato il podio. Due italiani su tre medaglie, un risultato storico dopo 18 giorni sempre con il fiato sospeso, per una Transat Jacques Vabre agguerritissima.

Siamo contentissimi per questa vittoria”, ha dichiarato Ambrogio Beccaria all’arrivo. “Per me – ha spiegato il velista italiano – è la prima grande competizione vinta dopo la Mini-Transat del 2019, che però è una regata più amatoriale. Qui siamo nell’Olimpo della vela oceanica. Sono soddisfatto soprattutto di come abbiamo vinto: Alla Grande-Pirelli si è confermata un razzo, noi siamo stati forti e abbiamo fatto le scelte giuste. Il finale è stato davvero da brividi ma ce l’abbiamo fatta”.

Dall’ultimo aggiornamento che avevamo fatto quando mancavano meno di 1.400 miglia all’arrivo in Martinica per i Class 40, sono successe molte cose e le carte in tavola si sono rimescolate più volte. Durante le ultime 300 miglia di avvicinamento alla Martinica, infatti, tutto era ancora da decidere. Ma riavvolgiamo il nastro degli ultimi giorni.

A partire dal 19 novembre, dopo molte giornate con i grandi favoriti della classe, Beccaria e Bona, al comando della flotta, le carte hanno iniziato a mescolarsi quando i “nordisti” di “Crédit Mutuel di Ian Lipinski e Antoine Carpentier e “Amarris” di Achille Nebout e Gildas Mahé, protagonisti di una regata spesso in testa ma rallentati ad un certo punto da un incidente a bordo, hanno iniziato a agganciare il flusso di vento da nord, scalando di nuovo la classifica e insidiando il podio. Dal canto suo, “Groupe Snef ” (Xavier Macaire e Pierre Leboucher), anche lui inizialmente fra i “nordisti”, era sceso verso sud posizionandosi su una rotta completamente a ovest lungo l’ortodromica e salendo al primo posto in classifica.

Bona e Beccaria hanno invece continuato imperterriti a scendere verso sud, per rimanere in un flusso di vento più sostenuto ed evitare i cali di vento che man mano avvolgevano come una bolla i Caraibi, mentre le barche che avevano scelto l’opzione nord, fra cui “Amarris”, “Crédit Mutuel” e anche “Influence 2” di Andrea Fornaro, scendevano veloci.

Il 20 novembre “Alla Grande-Pirelli” ha preso una decisione strategica importante, decidendo di attaccare il gruppo più a nord. Una scelta rischiosa, che Ambrogio per un momento ha rimpianto, ma che si è rivelata davvero l’ago della bilancia, facendogli guadagnare 40 miglia su Bona e posizionandolo molto bene rispetto ai nordisti.

Il 22 novembre, quando mancavano circa 300 miglia all’arrivo per i primi tre in classifica, lo scenario era ancora tutto aperto. “Groupe Snef” ha approcciato la Martinica da est, “Crédit Mutuel” e “Amarris” da nord e “Alla Grande-Pirelli” e “Ibsa” da sud. Nella tarda notte, quando mancavano circa 170 miglia all’arrivo, la scelta rischiosa di “Alla Grande-Pirelli” ha pagato: Ambrogio ha agganciato prima il vento, passando al comando della flotta, per non lasciarlo più fino alla Martinica, aumentando ora dopo ora il suo distacco dagli inseguitori e concludendo in prima posizione, “consolidando” così il primo posto ottenuto anche nella tappa di avvicinamento a Lorient, a conclusione della quale aveva guadagnato 1 ora e 15 minuti da “Groupe Snef”.

Un’ultima tirata davvero eccezionale, che conferma anche come il suo scafo 100% Made in Italy, disegnato dal giovane Gianluca Guelfi e costruito a Genova dal cantiere San Giorgio Marine, sia performante. “Ibsa”, da parte sua, ha lottato fino all’ultimo per guadagnare ore e miglia preziose, che, sommate ai tempi della prima tappa fino a Lorient, gli hanno garantito il terzo posto finale. “Un risultato importante in una delle regate più difficili che abbia mai fatto”, ha commentato Alberto Bona all’arrivo. “abbiamo avuto tutte le condizioni meteo, abbiamo timonato per ore e ore, strambato e spostato duecento chili ogni volta per una infinita serie di volte. Il terzo posto è un obiettivo raggiunto e salire su questo podio è importante per noi, abbiamo fatto una bella regata, questo è il minimo che volevo ottenere. Complimenti ad Ambrogio per una vittoria: oggi insieme abbiamo acceso un grande faro sulla vela oceanica italiana”.

A fare i complimenti ai partecipanti anche Giovanni Soldini, che sui suoi social media ha scritto: “È stata una regata da cardiopalma, un finale incredibile, apertissimo, che alla fine ha dato ragione alla rotta a sud e ad Ambrogio. Siamo super felici, super complimenti per una regata fantastica a tutti gli italiani in gara, ai Class 40 e ovviamente ad Ambrogio”.

Andrea Fornaro su “Influence 2“, l’ultimo italiano rimasto in gara dopo l’abbandono di Alberto Riva su Edilizia Acrobatica e Pietro Luciani, co-skipper di “Dekuplé”, ha concluso la regata in ottava posizione dopo poco più di 19 giorni di mare, un risultato molto promettente per la sorella minore di “Alla Grande-Pirelli”, varata pochi mesi fa.

Fra gli IMOCA, invece, la Transat Jacques Vabre è stata vinta, per la seconda volta, dal team formato da Thomas Ruyant e Morgan Lagravière, che, a bordo di “For People“, erano stati tra coloro che avevano scelto la rotta “sud”, con slalom tra le Canarie. Una vittoria non scontata, visto che per giorni gli equipaggi che avevano scelto l’opzione “nord”, tra cui quello più coraggioso, “Teamwork.net” di Justine Mettraux e Julien Villon, sembravano essere i favoriti per il podio. Ma il meteo e i routage sono affidabili solo fino ad un certo punto, la situazione reale in mare è sempre quella che decide.

A completare il podio in classe IMOCA sono stati Yoann Richomme e Yan Elliés su “Paprec Arkéa”, anche loro fra i “sudisti”, che sono rimasti quasi sempre incollati a “For People”, tallonati a poche miglia dalla barca arrivata terza, “For the Planet” di Sam Goodchild e Antoine Koch. Giancarlo Pedote su “Prysmian Group“, in doppio con Gaston Morvan, unica barca italiana in classe IMOCA, ha concluso invece con un ottimo 11esimo posto, tagliando la linea d’arrivo il 20 novembre alle 21:17 (ora francese), dopo 13 giorni, 11 ore e 47 minuti di navigazione.

Si corona quindi nel migliore dei modi, anche grazie alla vittoria di Luca Rossetti della Mini Transat pochi giorni fa, un momento eccezionale per la vela oceanica italiana, protagonista nelle regate d’altura internazionali più prestigiose.

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