Giraglia: ecatombe o equipaggi impreparati?
Quanto è stata dura veramente la Giraglia? Vera ecatombe o montatura media ed equipaggi impreparati? Proviamo a fare chiarezza
Quanto è stata dura veramente la Giraglia? Vera ecatombe o montatura media ed equipaggi impreparati? Proviamo a fare chiarezza
E’ stata un’edizione della Giraglia appassionante che ha fato molto discutere sul web e in banchina: condizioni meteo variabili dalla bonaccia al vento forte e vittoria alle piccole, in pratica un sunto di tutto quello che vorrebbero sempre vedere un cronista per scrivere i propri articoli con spunti interessanti.
Alla luce di quanto successo, tre richieste di intervento da imbarcazioni in difficoltà, due dei quali effettuati con l’ausilio dell’elicottero, una riflessione è d’obbligo. Sul web, nelle ore immediatamente precedenti all’arrivo a Genova di tutta la flotta, ha tenuto banco il dibattito, anche a causa di titoli roboanti strombazzati da diversi giornali di settore e no: ecatombe, shock e termini simili hanno animato la discussione dividendo gli appassionati tra i prudenti del “per fortuna nessuno si è fatto male”, agli scettici che sostenevano “ma quale ecatombe, condizioni normali”, passando per gli immancabili tromboni del “Ah se c’erano i timoni di una volta che pesavano 70 mila tonnellate”. Ironia a parte cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Abbiamo seguito la flotta durante il primo pomeriggio di regata, trascorso praticamente in bonaccia. Fino alle ultime miglia prima della Giraglia le condizioni non sono cambiate di molto: possiamo quindi asserire senza paura di essere smentiti che gli equipaggi hanno fatto oltre metà percorso in condizioni meteo agevoli, avendo tutto il tempo per preparare al meglio l’ultima notte con il vento forte previsto e potendo anche dosare le energie.
Situazione meteo ben delineata e in teoria tipica delle depressioni che interessano il Mar Ligure, come ci conferma anche il nostro meteorologo Paolo Gemelli:
“Non è la prima volta che scrivo di condizioni impegnative sul Mar Ligure, in particolare quando si tratta di regimi da Ovest. L’edizione di quest’anno della Giraglia non ha presentato condizioni particolarmente diverse da quanto già verificatosi in passato in presenza di una situazione sinottica simile. Così come i groppi che si possono incontrare attraversando l’Oceano, i venti forti da ovest, specialmente a nord della Corsica, fanno parte della climatologia che ogni navigatore deve conoscere prima di intraprendere una traversata, curando di conseguenza la propria preparazione, quella dell’equipaggio e quella della barca”.
Un’analisi di un professionista del settore che ci sembra abbastanza chiara e inequivocabile. Avendo per altro partecipato personalmente a diverse edizioni della Giraglia, ne ricordiamo in particolar modo due decisamente più dure: quella del 2010 in regime di Mistral forte nel primo giorno, con bolina fino alle Porquerolles con punte di 40 nodi e mare di prua seguito da una lunga serie di temporali durante la prima notte, e soprattutto quella del 2012, quando Esimit ha fatto segnare il record sul percorso, con il Mistral che ha soffiato a 40 nodi per buona parte della regata e diverse barche hanno disalberato. Se poi facciamo il paragone con alcune delle edizioni impegnative della Middle Sea Race il paragone praticamente crolla: la Giraglia di quest’anno non ha nulla a che vedere con ciò che più volte si è visto alla mitica Middle.
Il dato che smentisce l’ecatombe è anche poi quello delle barche giunte sulla linea d’arrivo: su 222 barche partenti sono stati 41 i ritiri, cifre di poco superiori alla media di una qualsiasi regata d’altura che ha un numero di ritiri fisiologico.
Quali sono le conclusioni che possiamo trarre, titoli roboanti e allarmismo a parte? Una parte della flotta che ha preso parte alla Giraglia quest’anno non era sufficientemente preparata. Occorre avere bene in mente che la famosa “ecatombe” è avvenuta in appena circa 90 miglia di navigazione con vento forte ma al lasco, dalla Giraglia a Genova. Cosa sarebbe successo se l’intensità del vento si fosse mantenuta elevata per tutto il percorso con andatura di bolina? Non è arrivato forse il momento di alzare i livelli di sicurezza della Giraglia, portandola al livello della Middle Sea Race, con controlli capillari e minuziosi, scoraggiando di fatto la partecipazioni di equipaggi che non hanno imbarcazioni e competenze tecniche adeguate? Basterebbe richiedere per parte degli equipaggi l’obbligatorietà di Corsi ISAF e di primo soccorso e richiedere l’obbigatorietà – verificandola – di alcune attrezzature di sicurezza imprescindibili quando si fa altura.
Non vogliamo entrare nel merito dei singoli casi dove è intervenuta la Guardia Costiera, ognuno dei quali ha le sue peculiarità e meriterebbe un articolo a parte. Quello che sosteniamo, per altro da tempo, è che occorre andare per mare in maniera non improvvisata e con la piena consapevolezza dei limiti di barca ed equipaggio in relazione alla navigazione che si affronta. Andare a fare aperitivi a Saint Tropez è una cosa, fare 240 miglia d’ altura un’altra.
Mauro Giuffrè
Argomenti: Daily Nautica, mare, vela
sono molto d’accordo con Narese per navigare bisogna essere preparati ed avere un mezzo adeguato perchè una cosa è fare delle chiacchiere in banchina come si usa sovente in italia una cosa è navigare d’altura ,ho tenuto la barca in italia ed ho conosciuto molti di questi che danno sempre le dritte a tutti ma che dalla liguria non sono mai andati in corsicaed hanno delle barche lunghe come la mia e pesano meno della mia chiglia ,forse la mia è esagerata ma senza bleffare vi racconto cosa si può incontrare
l’ultima navigazione da marsiglia alle canarie 1100 miglia con venti di prua tre burrasche ad ovest di agadir 50m miglia al largo in due di equipaggio abbiamo preso raffiche a70 nodi e nonostante la generosità della barca con 20 metr quadrati di vela partiva all’orza a 12 14 nodi abbiamo subito molti danni alle vele ma abbiamo sempre navigato in autonomia e personalmente sono convinto che il mezzo deve essere sicuro per non fare rischiare la vita agli altri,in quanto ai corsi che ho sentito parlare è una cosa come le patenti che quando uno ne è in possesso si ritiene in grado di poter navigare Saluti e buon vento magari leggero e di poppa
Ma quel fenomeno di meteorologo confonde un ponente con un libeccio?
Mistral a 40 nodi al granlasco e timone che si spezza! Sic. Non burocratizziamo oltre la vela, ma le barche e gli equipaggi devono essere in grado di affrontare le condizioni meteo che si presentano e gli skipper di prendere le decisioni necessarie, anche abbandonando se necessario la regata, per non mettere in pericolo la loro barca e l’incolumnita del loro equipaggio.
E’ un equilibrio molto difficile. La responsabilità non e’ solo degli organizzatori della regata ma in ultima istanza ricade sui singoli skippers.
Non burocratizziamo pero ulteriormente le regate con obblighi inutili che dovrebbero essere gia’ assolti dai singoli comandanti delle imbarcazioni che vi partecipano.
E’ sempre colpa dello skipper… 😀
Frequento Saint Tropez da oltre 40 anni e il Mistral a 40 nodi è abbastanza frequente, siamo arrivati a rafales force 12, altro che 40 nodi. Mio figlio di 4 anni, stava prendendo il volo, colpa dell’ombrellino che aveva, che se non lo prendevo decollava come un elicottero. Anzi, posso dire, con cognizione di causa, che “non ci sono più i Mistral di una volta” proprio come i timoni di 70mila tonnellate??? del testo. Purtroppo molta gente va in mare senza il rispetto dovuto, come in montagna vanno senza controllare le previsioni del tempo, o vanno a sciare dopo forti nevicate e temperature miti, con valanghe e morti a go-go.
La regata già per se è una lunga non semplice tanto è vero che di categoria 3 con obbligo di zattera di salvataggio è tutta una lista equipaggiamento per il grado 3 obbligatorie come da ISAF, inoltre dal 2 maggio 2016 è obbligatorio di Giubbini auto gonfiabile con luce, gambale, e cappuccio di sicurezza OBBLIGATORIO.
Nel recupero fatto da un video ripreso dal l’elicottero si vede che gli equipaggi indossano un Giubbino non conforme alle nuove norme ISAF…
Beh credo che un minimo in più di preparazione non guasti, ho partecipato alla Middle del 2014 con 40 nodi e raffiche a 50 per 2 giorni, se la barca è preparata e l’equipaggio adeguato, non ci devono essere problemi in condizioni come quelle della scorsa GIRAGLIA.
Pierpaolo
Credo sia facile far commenti ex-post, pur validi e autorevoli: ma la vicenda non va certo sminuita. A memoria mia, non ricordo di recenti Giraglie in cui sia stato necessario l’intervento di elicotteri!!! Io ho trovato interessanti gli approfondimenti della stampa “di settore” che fa titoli “ROBOANTI” (non conosco il significato del termine “romboanti” che si legge nel vostro articolo invece) e ovviamente non sono d’accordo su chi sosteneva che ci fossero “CONDIZZIONI” normali (forse, ma non ne sono sicuro, c’è una zeta di troppo nel vostro pezzo). Mi ha invece stupito il silenzio di un’altra parte di stampa di settore che ha seguito la regata sorvolando su alcuni “spunti” che vorrebbe “sempre vedere un cronista per scrivere i propri articoli”: nello specifico mi riferisco alla vicenda di Pendragon prima barca italiana “scavalcata” da Atalanta, a quella della riparazione non concessa ad Aria di Burrasca, o all’assenza di barche di assistenza…
Curioso di sapere il vostro punto di vista,
auguro buon vento a tutti, un abbraccio
Anselmo