Kitesurf: 10 miti da sfatare
Nonostante la sua grande popolarità e rapida evoluzione, il kitesurf è ancora oggi una disciplina guardata con sospetto da alcuni e frutto di critiche e pregiudizi frutto di ignoranza e superficialità. Ecco i dieci falsi miti che andrebbero assolutamente sfatati.
Nonostante la sua grande popolarità e rapida evoluzione, il kitesurf è ancora oggi una disciplina guardata con sospetto da alcuni e frutto di critiche e pregiudizi frutto di ignoranza e superficialità. Ecco i dieci falsi miti che andrebbero assolutamente sfatati.
Il kitesurf è uno sport divertente, spettacolare, adatto a tutti e in circa 30 anni è stato protagonista di un’evoluzione e una popolarità senza precedenti tra le discipline acquatiche. Rappresenta una geniale sintesi tra l’arte della vela, il surf riding e la dimensione verticale propria dei salti acrobatici. Naturalmente fin dalla sua comparsa il kitesurf ha dovuto confrontarsi con una forte rivalità da parte dei praticanti degli altri water sport che non vedevano di buon occhio questa nuova disciplina così strana e incomprensibile. Lo stesso mercato con i vari brand velici e surfistici, un po’ in calo dopo il boom degli Anni 80, sono stati colti di sorpresa. Le critiche più accese venivano dal mondo del windsurf proprio perché le due discipline sfruttano le medesime condizioni meteomarine anche se con risultati completamente diverse. Con gli anni e l’evoluzione stessa di materiali e attrezzature e soprattutto grazie all’estrema diffusione di ali e tavole sulle spiagge di tutto il mondo, oggi la disciplina del kitesurf ha guadagnato il massimo rispetto non solo come attività sportiva, ma anche a livello di cultura surfistica e di pratica agonistica.
Rischioso, difficile e costoso: ma quando mai?
Eppure c’è ancora chi guarda con sospetto al kitesurf e lo critica o peggio ancora ne è spaventato. Questi pregiudizi sono frutto di semplice ignoranza da parte di chi non solo non ha mai praticato questa disciplina, ma nemmeno, spinto dalla più banale curiosità ha cercato di conoscere meglio le attrezzature utilizzate, lo spirito dei praticanti e il loro approccio a questo sport. Quelli che seguono sono dieci falsi miti che ancora oggi resistono riguardo al kitesurf e che vanno assolutamente sfatati:
- Il kitesurf è pericoloso: uno dei più ricorrenti e infondati pregiudizi riguardo al kitesurf è che si tratta di uno sport pericoloso in cui si rischia di farsi male e addirittura morire. In realtà al pari di altre discipline sportive, come il motocross, lo skateboard o lo sci, bisogna rispettare le principali regole di sicurezza, gestire al meglio le attrezzature e conoscere i propri limiti. Se si seguono questi principi base e si usa il buon senso i possibili rischi di incidente si riducono drasticamente.
- Il kitesurf è costoso: per nulla comparabile a sport davvero low budget come la corsa o il nuoto, tuttavia il kitesurf è tutt’altro che uno sport eccentrico e dispendioso. Il prezzo di un’attrezzatura completa nuova e di qualità che comprende ala e tavola per un principiante si aggira tra i 1.000 e i 1.800 euro. Senza contare che il mercato dell’usato permette di fare buoni affari e ridurre ulteriormente i costi.
- Il wakeboarding è meglio del kitesurf: questo perché per dedicarsi al wake non serve il vento e le possibilità di uscite sono di gran lunga più numerose. In realtà per quanto simili le due discipline sono molto diverse e se è vero che non si può praticare il kitesurf senza vento è altrettanto vero che lo si può praticare dappertutto, dalle spiagge, ai laghi, dall’oceano alla montagna e non servono né barche o parchi appositi.
- Il kitesurf è difficile da imparare: uno degli errori più comuni è pensare che il kitesurf sia una disciplina ostica da imparare. In realtà questo è vero se si decide di fare da soli. In questo caso l’apprendimento può essere non solo lungo e frustrante ma anche soggetto a inutili rischi. Il modo migliore per avvicinarsi a questo sport è seguire un corso base con un istruttore qualificato che può insegnarvi in sicurezza tutto quello che vi serve per gestire in completa autonomia le attrezzature. Per navigare in sicurezza bastano dai 5 ai 15 giorni.
- Il kitesurf si fa solo con vento forte: il kitesurf è stato protagonista negli ultimi anni di un’evoluzione tecnologica incredibile che ha permesso di progettare attrezzature ad alte prestazioni. Oggi utilizzando particolari ali, come per esempio i foil cassonati e tavole dotate di hydrofoil (appendici alari simili a quelle degli aliscafi) è possibile praticare il kitesurf a partire dai 5 nodi di vento.
- Il kitesurf si pratica solo al mare: altra inesattezza frutto di scarsa conoscenza di questo sport che è assolutamente versatile. Il kitesurf si può praticare al mare, dove forse è vero trova la sua espressione migliore, ma anche sui laghi, nei fiumi, nelle lagune, ma anche a terra lungo la spiaggia o in campagna o nei grandi parcheggi (il cosiddetto land kiteboarding) e ancora sulla neve grazie allo snowkite che anzi sta esplodendo in tutto il mondo.
- Il kitesurf è per gente giovane e atletica: anche questo è un pregiudizio che nasce dalla più completa disinformazione. Nel kitesurf si viene trainati da un’ala, ma il tiro dell’aquilone viene scaricato sul rider attraverso l’utilizzo di un trapezio che permette di avere liberi da carichi sia le braccia che le spalle che le gambe. Questo non solo permette di praticare la disciplina anche per diverse ore di seguito, ma che chiunque possa avvicinarsi a questo sport, dal bambino di 8 anni agli ultrasessantenni. Naturalmente, come in tutti gli sport, più si è in forma fisica più ci si diverte e si evitano piccoli traumi da affaticamento.
- Il kitesurf ha un’attrezzatura complicata: questa critica, esattamente come le altre, è frutto di totale mancanza di conoscenza. Una volta in spiaggia preparare l’attrezzatura tra gonfiaggio dell’ala e connessione alla stessa della barra di controllo richiede al rider appena 5 minuti. Qualcosa in più giusto giusto se lo spot è molto affollato.
- Il kitesurf richiede minimo due persone per uscire: come tutte le discipline acquatiche, dal surf al diving, sarebbe meglio praticare sempre il kitesurf con qualcun’altro non solo per il piacere di condivedere lo sport ma soprattutto per ragioni di sicurezza. Tuttavia una volta che si raggiunge un certo livello di esperienza, si rispettano le regole di sicurezza e si esce in condizioni non estreme, in realtà si può praticare il kitesurf anche in autonomia. Le stesse operazioni di lancio e atterraggio dell’ala, dopo il periodo dell’apprendistato e sempre rispettando criteri di sicurezza e buon senso, possono essere gestite da soli mediante apposite tecniche avanzate.
- Il kitesurf richiede troppa attrezzatura: niente di più sbagliato. Il kitesurf propone un’attrezzatura estremamente sintetica a livello logistico: un’ala e una barra di pilotaggio che stanno comodamente in uno zaino e una tavola di misure contenute, il che agevola moltissimo le operazioni di trasporto. Basti pensare che alcuni rider raggiungono il proprio spot addirittura a bordo di una bici o di uno skate. Pensiamo all’attrezzatura oversize di un windsurfista tra tavole, alberi, boma e vele o anche a un semplice catamarano, tipo Hobie Cat. Sinceramente non ci sono paragoni.
David Ingiosi
Argomenti: surf