La sudafricana Kirsten Neuschäfer vince la Golden Globe Race: era l’unica donna in gara
Dopo 235 giorni in mare in solitario intorno al mondo, vince l’unica donna iscritta alla regata Golden Globe Race
Dopo 235 giorni in mare in solitario intorno al mondo, vince l’unica donna iscritta alla regata Golden Globe Race
Lo scorso 4 settembre 16 velisti lasciavano Les Sables d’Olonne, in Francia, per partecipare alla Golden Globe Race, giro del mondo in solitario, senza scalo, senza assistenza e senza tecnologia. Giovedì 27 aprile alle 21.47, dopo 235 giorni di navigazione, la velista sudafricana Kirsten Neuschäfer, a bordo del suo “CG 36 Minnehahaha“, ha tagliato per prima la linea d’arrivo, entrando nella storia come la prima donna a compiere quest’impresa. Una storia che emoziona e accende gli spiriti degli avventurosi e dei sognatori. Un monito a perseguire con tenacia i propri desideri.
Dalle foto, dalle interviste e dai video, la 40enne sudafricana emana una grande calma, una perseveranza ferrea. Il suo sguardo profondo e il suo sorriso mite mostrano un entusiasmo realistico, fatto di timori e un forte desiderio di superarli, di sete di avventura e una grande determinazione a compiere tutti i piccoli passi necessari a saziare quel desiderio. “Non ho mai avuto veramente paura – ha spiegato Kirsten Neuschäfer – o pensato che la mia vita fosse in pericolo. Io attraverso e vivo la vita con un entusiasmo forse incosciente. Lo faccio con il cuore e quindi non penso alla morte”. La sudafricana non è nuova alle avventure epiche. Anzi, sono il motore che guidano la sua vita sin da giovanissima. A 22 anni, infatti, ha attraversato l’Africa in bicicletta da Nord a Sud, da sola. Quando è tornata, è diventata una skipper professionista e da allora naviga ovunque, incluso l’Oceano Antartico.
Durante la Golden Globe Race, Kirsten ha cominciato a far parlare di sé quando ha circumnavigato il Capo di Buona Speranza in seconda posizione, dopo una risalita della classifica a colpi di traiettorie perfette, mentre molti dei favoriti hanno abbandonato la corsa a causa di avarie a bordo. Entrata nell’Oceano Indiano, Kirsten ha salvato un altro concorrente della regata, Tapio Lehtinen, la cui barca “Asteria” era affondata qualche ora prima. Il tempo di un rum insieme e Tapio è stato poi recuperato da un cargo venuto a prestargli soccorso, mentre Kirsten ha potuto proseguire la sua corsa arrivando prima a Capo Horn, con oltre due giorni di vantaggio dal suo diretto rivale, l’indiano Abhilash Tomy. La notte in cui a Le Sables d’Olonne ha tagliato il traguardo da vincitrice, ha dormito ancora a bordo della sua barca “perché – ha sottolineato – è il mio rifugio, la mia casa, lo è stata per tutti questi mesi”.
La Golden Globe Race è una regata senza paragoni al giorno d’oggi, fatta di barche a vela sempre più performanti e tecnologiche. Il concetto è semplice: circumnavigare il globo come nel 1968, anno in cui si corse la prima regata intorno al mondo indetta dal Sunday Times, che fece conoscere al pubblico internazionale Bernard Moitessier e Sir Robin Knox Johnston, l’inglese che per primo la vinse. Ciò significa navigare su barche di serie fra i 32 e i 36 piedi, costruite prima del 1988, prive di tecnologie moderne e aiuti alla navigazione come GPS, piloti automatici e informazioni meteo satellitari. Soli, anzi insieme al proprio scafo, navigando per 30mila miglia intorno ai capi di Buona Speranza (Sud Africa), Leeuwin (Australia) e Horn (Sud America). Una grande avventura umana e sportiva, che riporta tutto all’essenziale: una barca, un essere umano, l’oceano.
Francesca Pradelli
Great!
Correggere per favore ” fra i 32 ei 36 metri” in
fra i 32 e i 36 Piedi
non è solo una svista, è una cosa contro lo spirito della regata.