La Transat Jacques Vabre in avvicinamento a Madeira: italiani protagonisti in Class 40
Ormai i Class 40 sono in vista del waypoint di Porto Santo (Madeira), seguiti a qualche centinaio di miglia dagli IMOCA e superati di poco dagli Ocean Fifty. Gli Ultim stanno risalendo il Brasile verso la Martinica
Ormai i Class 40 sono in vista del waypoint di Porto Santo (Madeira), seguiti a qualche centinaio di miglia dagli IMOCA e superati di poco dagli Ocean Fifty. Gli Ultim stanno risalendo il Brasile verso la Martinica
Sono passati solo pochi giorni dalla (ri) partenza della Transat Jacques Vabre e tre delle quattro classi in gara stanno per fare il “grande salto” per attraversare l’oceano Atlantico e approdare al sole della Martinica, mentre per gli Ultim il “petit-rum” di benvenuto è dietro l’angolo. Ecco un aggiornamento classe per classe, con un occhio sempre al tracking di regata.
Ocean Fifty
Dopo tre ritiri, sono solo tre gli Ocean Fifty rimasti in gara, Solidaires en Peloton di Thibault Vauchel-Camus e Quentyn Vlamynck, Realities di Fabrice Cahierc e Aymeric Chappellier e Viabilis Océans di Pierre Quiroga e Ronan Treussart. Il primo è quello che guida la flotta a una bella media di 20 nodi, staccando di circa 120-150 miglia i suoi avversari. Venerdì 10 novembre erano all’altezza delle Canarie, dopo aver passato il waypoint di Porto Santo (Madeira), e si stanno dirigendo a sud verso Capo Verde, secondo waypoint obbligatorio prima di poter agganciare gli Alisei.
Ultim
I “giganti” della regata, gli unici partiti il 29 ottobre come da programma, macinano miglia e onde a velocità folli e sono ormai in odore di Caraibi, mentre risalgono lungo la costa del Brasile, anche se tra il primo, il Maxi Banque Populaire XI di Armel Le Cléac’h e Sébastien Josse, e il quinto ed ultimo, l’Actual Ultim 3 di Anthony Marchand e Thierry Chabagny, ci sono ben 700 miglia di distanza. Le loro medie di percorrenza sono impressionanti e la battaglia per la testa della flotta fra Maxi Banque Populaire XI e SVR Lazartigue di François Gabart e Tom Laperche è appassionante.
IMOCA
Dei 40 IMOCA partiti lunedì 6 novembre, solo 33 sono ancora in gara. Tra questi Charal di Jéremie Beyou e Franck Cammas, che non hanno ancora dato la possibilità ai loro concorrenti di prendere la testa della flotta. Alla fine le due opzioni tanto discusse di rotta da seguire una volta usciti dalla Manica, non si sono presentate per nessuno e tutti gli scafi della classe stanno scendendo tenendosi molto a ovest della rotta ortodromica, per evitare una zona di venti molto leggeri, eredità del fronte che ha attraversato la zona due giorni fa. Il nostro Giancarlo Pedote su Prysmian Group rimane nella top 18 e anche lui sceglie una rotta con un capo quasi pieno sud.
Class 40
Indubbiamente la classe che ci fa più “palpitare”, vista la presenza di tre barche italiane ancora in gara, dopo che Edilizia Acrobatica era stata costretta ad abbandonare al termine della prima tappa per un infortunio e Dekuplé, con il co-skipper Pietro Luciani, non era riuscita a riparare in tempo i danni subiti dopo la partenza da Le Havre. Alberto Bona su Ibsa e Ambrogio Beccaria su Alla Grande Pirelli hanno, sin da subito, imposto il ritmo agli avversari, scambiandosi il primo posto in classifica a turno e tenendo rotte sempre molto simili.
La loro scelta di piazzamento rispetto al vento è stata fra le più a ovest della flotta, similmente agli IMOCA, ma nella giornata di ieri, 9 novembre, gli italiani hanno dovuto (temporaneamente speriamo) lasciare il comando della flotta ad un ottimo Amarris (Achille Nebout e Gildas Mahé) e a Café Joyeux di Nicolas D’estais e Léo Debiesse, da cui sono staccati verso l’ovest a meno di 40 miglia. Bravissimo anche Andrea Fornaro su Influence 2, che, insieme a Benoit Hantzperg, non lascia il posto nella top 15. Con ancora circa 3.000 miglia da far passare sotto lo scafo, però, tutto è ancora da giocare, soprattutto una volta che si passerà il waypoint di Porto Santo (Madeira) e si inizierà a cercare gli Alisei.