L’onda oceanica italiana alla Transat Jacques Vabre
Partirà domenica 29 ottobre da Le Havre la regata oceanica più importante dell'anno. Sei gli italiani in gara: un'"onda oceanica" su cui si nutrono molte speranze
Partirà domenica 29 ottobre da Le Havre la regata oceanica più importante dell'anno. Sei gli italiani in gara: un'"onda oceanica" su cui si nutrono molte speranze
C’è grande fermento a Le Havre, in Francia, per l’appuntamento velistico più importante del calendario delle regate oceaniche internazionali di quest’anno: la Transat Jacques Vabre, in partenza domenica 29 ottobre. Ed il fermento è dovuto sicuramente anche alle condizioni meteo molto difficili previste alla partenza, che dovrebbero rendere i primi tre giorni di navigazione estremamente impegnativi da gestire.
Un tempo chiamata anche Rotta del Caffè, questa transatlantica, che quest’anno compie 30 anni, si svolge ogni due anni e porta decine di velisti dalla Francia ai Caraibi. Dal 2021 la regata riprende il percorso originario con arrivo in Martinica, porto dal quale, a partire dal 18esimo secolo, le navi partivano per riportare nella “madre patria” le merci importate dalle colonie d’oltremare, tra cui il prezioso caffè.
Quest’anno la Transat Jacques Vabre ha registrato un numero record di barche iscritte, ben 95, suddivise in 4 categorie: IMOCA, Class 40, Ultim e Ocean Fifty. Gli equipaggi, che correranno in doppio, per un totale di 190 velisti di 17 nazionalità diverse, seguiranno percorsi “ad hoc”, a seconda della classe in cui la loro barca è iscritta, per permettere arrivi “raggruppati” ed aumentare così lo tensione e lo spettacolo nel villaggio d’arrivo.
Normalmente appannaggio degli skipper francesi, quest’anno la regata registra importanti iscrizioni di velisti italiani, un’”onda oceanica” su cui si ripongono concrete speranze di successo. Cinque su sei gareggiano in Class 40, la classe più numerosa, con ben 44 iscritti, e uno in IMOCA. Venerdì 27 ottobre Daily Nautica ha partecipato alla conferenza stampa congiunta organizzata alla vigilia della partenza e ascoltato le loro impressioni su cosa li attenderà, i loro obiettivi e i loro progetti. Conosciamoli meglio.
Ambrogio Beccaria: milanese, classe 1991, partirà a bordo di Alla Grande Pirelli, il primo Class 40 “100% made in Italy”, disegnato da Gianluca Guelfi con Fabio D’Angeli e costruito dal cantiere navale genovese San Giorgio Marine. Dopo poco più di un anno dal suo varo, Alla Grande Pirelli ha già ampiamente dimostrato di saper andare forte: il primo exploit è stato il secondo posto all’ultima Route du Rhum nel 2022, poi i secondi posti alla RORC Caribbean 600 e alla 2023 Defi Atlantique e i primi posti alla Normandy Channel Race e alla 40’ Malouine Lamotte. Ad affiancarlo nella Transat Jacques Vabre ci sarà il francese Nicolas Andrieu, già a bordo di Alla Grande Pirelli per la Rolex Fastnet Race e per la quarta edizione della 40’ Malouine Lamotte. “Per me questa TJV – ha commentato il velista italiano – è la regata della maturità. La Route du Rhum è stata un po’ un salto nel buio, avevo appena varato la barca, mentre questo è il primo grande evento internazionale a cui partecipo, conoscendo bene Alla Grande Pirelli. Parto soddisfatto e contento”.
Alberto Bona: torinese, classe 1986, parteciperà alla sua seconda Transat Jacques Vabre, la prima come skipper, a bordo di Ibsa, scafo di ultimissima generazione disegnato dalla leggenda Sam Manuard. “Prima di Ibsa – ha spiegato Bona – non avevo mai navigato su una barca ‘a scow’ (con la prua arrotondata, n.d.r). Quando ho iniziato il progetto l’anno scorso, venivo da anni duri e impegnativi con il Figaro, che mi hanno insegnato tanto. Nel 2023 ho fatto un cambio di marcia, ed arrivare alla partenza della TJV fra i favoriti aggiunge un po’ di pressione, ma dà anche molta soddisfazione”. Ormai “francesizzato” da molti anni, Bona si è imposto come uno dei più forti velisti da battere in Class 40 ed è attualmente al comando della classifica internazionale della classe. Da quando Ibsa ha toccato l’acqua nell’estate scorsa, ha macinato migliaia di miglia e inanellato vittorie importanti, fra cui la RORC Caribbean 600 e la Les Sables-Horta-Les Sables, oltre al terzo posto alla Defi Atlantique. Per questa regata, Bona tornerà a regatare in doppio con Pablo Santurde, vincitore dell’ultima edizione della Jacques Vabre: un duo ormai ben collaudato. “L’assetto in doppio – ha sottolineato – è come un ‘solitario alternato’. Nei turni di 2 ore ciascuno che abbiamo stabilito con Pablo, ognuno sarà in solitario per portare la barca. Dopodiché è bello avere qualcun altro a bordo con cui confrontarsi”.
Andrea Fornaro: il velista toscano navigherà a bordo di Influence 2, secondo Class 40 della “scuderia” San Giorgio Marine, varato a giugno di quest’anno e con cui ha già ottenuto un ottimo terzo posto alla Rolex Fastnet Race. Alla sua seconda partecipazione alla Transat Jacques Vabre, dopo un ottimo quarto posto nel 2021, ma alla sua sesta traversata oceanica, Fornaro regaterà quest’anno in doppio con Benoît Hantzperg. “Con Benoit – ha raccontato – abbiamo fatto le 1000 miglia di qualifica alla regata ed ho scoperto che è un dormiglione, quindi dovrò svegliarlo forte per i suoi turni. E’ un onore sedermi a questo tavolo oggi con tutti questi navigatori italiani così forti. Arrivare fino a qui vuoi dire aver fatto tutti un percorso pesante e per me l’essere qui ha un sapore particolare, anche grazie al mio team eccezionale, che mi commuove vedere così impegnato nella preparazione della barca, quasi che fossero loro a partire”.
Pietro Luciani: il ventottene veneziano, velista professionista dal 2015, è l’unico co-skipper fra gli italiani in gara. Nonostante abbia partecipato alle più importanti regate internazionali a fianco dei migliori skipper, ottenendo risultati eccezionali, di lui si sa poco, forse perché meno avvezzo ai riflettori mediatici di altri suoi connazionali. Vice-presidente della Class 40, Luciani è alla sua terza edizione della TJV, a cui parteciperà a fianco di William Mathelin-Moreaux, a bordo di Dékuple. “Partire come skipper o co-skipper – ha ricordato il velista italiano – non è la stessa cosa ed ho molta ammirazione per gli altri ragazzi. Nel mio ruolo nella classe, sono felice di vedere che questa stia iniziando a ‘parlare italiano’, non solo più francese”. Luciani fa anche parte dell’equipaggio della barca italiana Translated 9 che ha appena vinto la prima tappa della Ocean Globe Race 2023, giro del mondo in equipaggio e a tappe, il cui spirito è molto distante da quello della TJV. “La vela di oggi – ha affermato – non è più quella di 30 anni fa, se ne deve prendere atto. Le barche sono diverse, così come la preparazione dei velisti e gli apparati tecnologici a disposizione. Sono due prodotti diversi, due modi differenti di concepire la vela”.
Giancarlo Pedote: il velista toscano è l’unico italiano in gara alla Transat Jacques Vabre nella classe “regina” per eccellenza delle regate oceaniche: gli IMOCA. Con il suo Prysmian Group, Pedote ha macinato centinaia di migliaia di miglia, partecipando anche alla Vendée Globe 2020-2021, che ha concluso all’8 posto, miglior risultato italiano di sempre. Pedote è il veterano di questa regata fra gli italiani, con ben quattro partecipazioni al suo attivo e una vittoria nel 2015 in classe Ocean Fifty. In barca con lui ci sarà Gaston Morvan, a cui ha delegato “la parte della navigazione – ha spiegato – mentre io gestirò i sistemi e le vele, che conosco bene. Ora che la barca è equipaggiata con i foil, poi, ci sarà ancora tanto potenziale da scoprire. Ci sarà una grossa depressione all’ovest dell’Irlanda, con vari passaggi frontali sul canale della Manica e un grosso fronte davanti al Portogallo in arrivo lunedì o martedì. È una situazione complessa, sia per noi, che per gli organizzatori della regata, che devono gestire quattro diverse partenze, a seconda della classe. I modelli meteo ad oggi non sono coerenti, ma più si aspetta, peggio sarà”.
Alberto Riva: giusto il tempo di spuntare le ultime voci dalla lunga lista delle “cose imprescindibili” da fare a bordo di una barca nuova, e il velista-ingegnere milanese, amico di lunga data di Beccaria ed eclettico “tuttofare” nel mondo della vela oceanica, si è catapultato in Francia per la partenza della sua prima importante regata internazionale come skipper. “Il mio progetto – ha dichiarato – è partito pochi mesi fa, è stata una corsa contro il tempo e sono stato catapultato qui subito dopo il varo, a settembre. È un po’ difficile da realizzare! Ovviamente ho avuto meno tempo per preparare tutto come avrei voluto, ma sono felice di essere qui, anche in ricordo di Riccardo Iovino, amministratore delegato di Edilizia Acrobatica, che è mancato pochissimo tempo fa e che non ha fatto in tempo a vedere questa partenza”. Edilizia Acrobatica, infatti, è l’ultima nata del cantiere San Giorgio Marine, varata appena un paio di mesi fa, i cui segreti, siamo sicuri, si riveleranno in questo primo test di 4500 miglia. In doppio con Riva ci sarà il francese Jean Marre, suo ex rivale in Classe Mini 6.50. “Io e Jean – ha concluso – siamo due solitari, ma ho un approccio democratico a bordo: dal confronto nascono sempre buone idee”.
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