03 gennaio 2017

Mura saluta il record, ma che coraggio!

03 gennaio 2017

Dopo 65 giorni, 6 ore e 38 minuti dalla partenza da Gibilterra, Italia tocca terra a Perth, avendo completato circa metà del percorso previsto.

Mura saluta il record, ma che coraggio!

Dopo 65 giorni, 6 ore e 38 minuti dalla partenza da Gibilterra, Italia tocca terra a Perth, avendo completato circa metà del percorso previsto.

4 minuti di lettura

Infine è accaduto l’inevitabile. Dopo 65 giorni, 6 ore e 38 minuti dalla partenza da Gibilterra, Italia tocca terra a Perth, avendo completato circa metà del percorso previsto. Cinque sono stati i giorni necessari a Gaetano Mura dal momento del black out totale per giungere a Perth, cinque giorni drammatici senza strumenti funzionanti, senza mail, telefono e con grosse anomalie all’impianto elettrico e, addirittura, costretto a bere l’acqua di riserva a causa della rottura del dissalatore.

Passata la depressione di Natale si stava creando una situazione meteo piuttosto complicata e l’alta pressione formatasi al sud dell’Australia avrebbe cominciato ad aspirare aria verso nord subito dietro il colmarsi della depressione che Italia stava subendo. Nell’ultimo aggiornamento meteo la sentenza non lasciava alternative a Gaetano che ha dovuto mettersi immediatamente di bolina per guadagnare acqua verso sud ed evitare di essere letteralmente aspirato verso nord da venti sostenuti, in una trappola dalla quale sarebbe stata ardua impresa liberarsi e guadagnare nuovamente verso est.

“La situazione era ad alta tensione”, come racconta lo stesso Gaetano nel suo diario, “Italia paurosamente sbandata  arrancava sulle creste cascando nel cavo con delle botte impressionanti.  Malgrado tutto mi sembrava che si potesse fare. Era già passata un’oretta e stavamo guadagnando, seppur con difficoltà, verso sud. Allontanandoci dalla trappola incombente” continua poi. “In quel momento  è arrivata a bordo una cannonata. Italia è cascata nel vuoto con un rumore di legno spezzato, si è inclinata sul fianco e l’onda frangente ci ha sommersi riuscendo, per la pressione, ad infilarsi ovunque.”

Da quel momento sono stati cinque giorni “in direzione ostinata e contraria” come lo stesso Gaetano riporta nel suo diario utilizzando le parole di Fabrizio De Andrè fino all’arrivo a Perth. Ad accogliere Italia e Gaetano sulle banchine a Fremantle c’erano il Console David Balloni, Scott Olney, Sailing Manager del Freemantle Sailing Club, e il giudice di regata Raf Bellofiore, oltre ad alcuni inviati di TV e stampa australiana e a una piccola folla di appassionati.

Purtroppo il verdetto è negativo, i danni subiti da Italia sono più gravi del previsto e Gaetano Mura non può proseguire nel suo sogno, che viene quindi rinviato alla prossima sfida.

Infatti, a seguito di un’attenta perizia cantieristica le avarie riscontrate si sono rivelate ben più serie delle stime iniziali, richiedendo l’alaggio e la messa in cantiere della barca. In particolare si è determinata una delaminazione dello scafo conseguente all’urto subito. Inoltre è necessaria una completa revisione del pilota automatico e del dissalatore, ossia il dispositivo che garantisce la produzione d’acqua dolce per evitare di sovraccaricare la barca con scorte d’acqua potabile che rappresenterebbero di per se un peso eccessivo. Senza il corretto funzionamento di questi due sistemi è impensabile affrontare una navigazione in solitario. 1Off, il Team di Gaetano, non vuole esporre l’ocean racer al rischio di prendere il mare con un’imbarcazione non perfettamente in ordine.

Italia infatti avrebbe dovuto discendere lungo l’Oceano Indiano fino a oltre 48° di latitudine Sud per passare a sud della Nuova Zelanda, e proseguire nel Pacifico scendendo a oltre 55° di latitudine Sud per passare Capo Horn, per poi completare il viaggio risalendo lungo l’Atlantico. La permanenza in cantiere a Perth e il percorso con venti sfavorevoli necessario a riportare Italia in rotta avrebbero fatto slittare il tratto finale in Atlantico in un periodo caratterizzato da forte instabilità e dai primi cicloni tropicali.

Quindi la decisione, sofferta ma unanime, di fermare qui la corsa di Italia, e riprendere il progetto in futuro, in condizioni più favorevoli.

Questo malgrado, con una comunicazione del 2 gennaio 2017, il World Sailing Speed Record Council (WSSRC), l’organismo deputato a omologare i record di velocità a vela abbia dato luce verde alla possibilità di continuare a correre per il giro del mondo, nella configurazione con assistenza e scalo. Questo tipo di record tuttavia comporta che il cronometro non venga fermato nel corso dello scalo tecnico. Il tempo di percorrenza complessivo sarebbe stato penalizzato non solo per la durata della sosta stessa, ma anche per il tempo necessario all’avvicinamento allo scalo e, successivamente, a riprendere la rotta originaria.

A questo punto, tentare di abbreviare i tempi di sosta avrebbe significato mettere a repentaglio la sicurezza di imbarcazione e navigatore. 1Off, di comune accordo con Gaetano, ha quindi dovuto prendere la difficile e dolorosa decisione di rinunciare al completamento dell’impresa. Il Team 1Off è solidale con Gaetano Mura, al quale non ha mai fatto mancare il proprio sostegno in un momento di così grande difficoltà. Entrambi sono determinati a guardare alle nuove sfide che li attendono in futuro.

Mentre 1Off sta già provvedendo al rimpatrio dello skipper in Italia, da Cagliari partirà un piccolo gruppo di tecnici che, assieme agli esperti che stanno supportando 1Off a Perth, prepareranno Italia per il rientro a bordo di un cargo.

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1 commento

  1. paolo says:

    Commento dal divano di casa: “Senza il corretto funzionamento di questi due sistemi [autopilota elettrico e dissalatore] è impensabile affrontare una navigazione in solitario” … aggiungerei solo “in vista di un record di velocità”. Questo perché mi sembra che in passato Moitissiere altri viaggiassero in solitaria intorno al mondo senza questi “gadget”. Però mi raccomando, non fraintendete: Gaetano è stato ed è un NUMERO UNO assoluto, abbiamo fatto tutti il tifo per lui e – sempre dal divano di casa- condividiamo ampiamente la scelta dolorosa: Safety First !