Nebout vince la Transat Québec Saint-Malo: ottimo settimo posto per Bona
Il 15 luglio nel primo pomeriggio Achille Nebout (Amarris) ha tagliato per primo la linea d’arrivo della transatlantica partita il 30 giugno dal Canada. Bona, unico italiano rimasto in gara, conclude sesto in mare e settimo in classifica generale
Il 15 luglio nel primo pomeriggio Achille Nebout (Amarris) ha tagliato per primo la linea d’arrivo della transatlantica partita il 30 giugno dal Canada. Bona, unico italiano rimasto in gara, conclude sesto in mare e settimo in classifica generale
Questa decima edizione della Transat Québec Saint-Malo entrerà negli annali per aver offerto uno spettacolo sportivo appassionante, fino alle ultime miglia, condito da abbandoni, naufragi e un meteo imprevisto e molto duro. Lunedì 15 luglio alle 15.21, “Amarris” di Achille Nebout, Gildas Mahé e Alan Roberts è arrivato a Saint-Malo conquistando un meritato primo posto, riuscendo a precedere di soli 30 minuti “Legallais” di Fabien Delahaye, a bordo insieme a Corentin Douguet, Henri Lechartier e Benjamin Schwartz, a lungo capobranco dei Class 40. Quest’ultimo, infatti, dopo la “volata” vincente scegliendo una rotta a Sud dell’ortodromica sin dall’entrata in Atlantico, ha visto il suo vantaggio di oltre 200 miglia pian piano dissolversi, attaccato inesorabilmente dal resto della flotta.
L’exploit di Amarris è tanto più meritevole, considerato che dal 9 giugno navigava con solo uno dei due timoni, che doveva essere spostato ad ogni bordo, un’operazione certamente non semplice in un mare formato e con ogni piccolo ritardo sull’acqua che si traduceva in un avanzamento spietato degli inseguitori. Completa il podio Pierre Louis Attal su “Vogue avec un Chron”, che ha preceduto di soli 7 minuti l’incredibile equipaggio de la “Boulangère Bio”, 100% femminile, formato da Amélie Grassi, Marie Rioux e Anne Claire Le Berre. La quarta velista inizialmente imbarcata, l’italiana Claudia Conti, era dovuta sbarcare a Saint Pierre e Miquelon pochi giorni dopo la partenza per un incidente a bordo. Una regata, quella “delle ragazze”, condotta senza sbavature e con molta tenacia, con una strategia pulita che le ha fatte restare sempre nel gruppo di testa.
Anche Alberto Bona (Ibsa), a bordo con Pablo Santurde del Arco e Luca Rosetti, ha toccato terra il 15 luglio alle ore 16:34:42, dopo 14 giorni, 20 ore, 19 minuti e 42 secondi di navigazione e 2.800 miglia percorse, chiudendo con un ottimo sesto posto in mare (settimo in classifica aggiornata, per la compensazione data a “E Leclerc – Ville La Grand” di Antoine Magre, che aveva deviato la sua rotta andando in soccorso di Acrobatica), dopo una rimonta di oltre 230 miglia dal primo in pochi giorni.
Il velista torinese, unico skipper italiano rimasto in gara dopo il naufragio di Riva e l’abbandono di Beccaria, ha commentato all’arrivo: “Siamo davvero molto contenti, una regata incredibile. Abbiamo navigato molto bene in recupero e la barca ha risposto al meglio rivelando tutte le sue potenzialità. È stata una regata unica, in cui abbiamo visto cose che nessuno di noi aveva mai visto, dal mare ghiacciato quando navigavamo a Nord, a 350 miglia dalla Groenlandia, a tantissime balene, alle nebbie e al grande freddo. Poi abbiamo preso una depressione che ci ha fatto rientrare molto bene e arrivare all’appuntamento con la Manica puntuali: le ultime 36 ore sono state una regata intensa e a bordi, ed è stata bellissima. Dal fiume ai ghiacci, dalla bonaccia alla bolina lungo il canale: che regata!”.
Dal 14 luglio, quando mancavano poco più di 200 miglia all’arrivo, la Transat Québec Saint-Malo era entrata in una nuova fase, quella della navigazione costiera, con un gruppo di 17 Class 40 raggruppati in poche decine di miglia, dopo un oceano attraversato lungo le rotte più disparate, che ad un certo punto avevano tagliato la flotta in due gruppi distanti più di 200 miglia.
Sotto un’andatura di bolina intorno ai 10 nodi, il gruppo di testa ha passato nella notte del 14 luglio il capo di Ouessant, entrando così nel Canale della Manica e passando alle andature portanti veloci. Da allora, gli zig zag sulla cartografia si sono fatti più intensi, con alcuni equipaggi che tentavano il tutto per tutto andando a cercare le correnti favorevoli sottocosta. Nella classe Gerry Roufs, formata da 4 barche dai 50 ai 70 piedi, si è classificato primo “Atlas Ocean Racing”, il VOR 70 di Gilles Barbot.