Partita la leggendaria Vendée Globe: 45 mila chilometri di pura avventura. In gara anche un italiano
Vendée Globe: Sono 33 gli skipper che si affrontano per conquistare la regata in solitaria senza assistenza più famosa del mondo, considerata l'Everest dei mari.
Vendée Globe: Sono 33 gli skipper che si affrontano per conquistare la regata in solitaria senza assistenza più famosa del mondo, considerata l'Everest dei mari.
È cominciata domenica 8 novembre la Vendée Globe, la celebre regata in solitaria, senza assistenza, intorno al mondo: 3 oceani (Atlantico, Indiano, Pacifico) e 3 capi (Buona Speranza, Leeuwin, Horn) per trionfare nell’Everest dei mari.
Sebbene con qualche ora di ritardo dovuta ad una leggera foschia, i 33 skipper presenti sulla linea di partenza hanno lasciato il porto di Les Sables D’Olonne sulla costa atlantica francese in perfette condizioni meteo. Il mare piatto, il vento costante sui 12-15 nodi da nord e qualche raggio di sole hanno accompagnato i velisti lontano dalla terra ferma.
La direzione? Sud, alla volta del Sudafrica. I 27 uomini e le 6 donne gareggiano a bordo di IMOCA lunghi 18,28 metri per 4,5 metri di pescaggio. Con una superificie velica molto ampia, sono i monoscafi più prestanti in assoluto guidati da uno skipper in solitaria. In andatura di poppa raggiungono i 30 nodi e i nuovi foil, montati per permettere alla barca di sollevarsi in bolina, promettono velocità mai viste. I partecipanti dovranno affrontare, prima di tutto, una sfida climatica. Perturbazioni, cicloni, anticicloni, zone di alta e bassa pressione, temperature estreme sono tutti fattori da calcolare e da sfruttare.
Durante la prima fase tra Les Sables d’Olonne e il Capo di Buona Speranza, sulla punta del Sudafrica, i 33 skipper navigheranno lungo l’anticiclone delle Azzorre nel Nord Atlantico, seguito dall’equivalente di Sant’Elena nella parte australe. Il gioco consiste nel trovare il giusto equilibrio: abbastanza lontano dai centri di bassa pressione per evitare i venti più forti ma senza rimanere bloccati nelle alte pressioni.
Una volta nell’Oceano Indiano dovranno gestire al meglio i venti da Ovest per essere spinti dal capo di Buona Speranza fino a capo Horn.
Da lì risalire l’Atlantico cercando, come all’andata, di prestare attenzione al passaggio nella zona intertropicale. Qui, masse d’aria calda e umida si incontrano e rendono particolarmente instabile il meteo.
Il concetto della Vendée Globe è chiaro: riuscire a circumnavigare il globo soli e senza assistenza. Nessuno, eccetto lo skipper, è il benvenuto a bordo. Dovranno portare con sè tutto quello di cui potranno aver bisogno. Medicinali, parti di ricambio (si ce ne sarà un gran bisogno), cibo e tutta l’attrezzatura.
I velisti possono consultare i progettisti su come effettuare una riparazione, ma spetta a loro, con gli strumenti che hanno a bordo, portarla a termine.
La Vendée Globe è una gara estrema. Tra coloro i quali cercheranno di strappare il record di 74 giorni, 3 ore, 35 minuti e 46 secondi dalle mani di Armel Le Cléac’h ci sarà anche un italiano, Giancarlo Pedote, fiorentino di 44 anni, al timone di Prysmian Group. Giancarlo è solamente il quinto skipper italiano ad aver preso parte alla Vendée Globe dall’inizio della competizione nel 1989.
Nicolò Scovazzi
Argomenti: vela