The Ocean Race: Daily Nautica intervista Cecilia Zorzi – Video
All’indomani dell’arrivo a Genova del VO65 Austrian Ocean Racing powered by Team Genova, Daily Nautica ha incontrato a bordo Cecilia Zorzi
All’indomani dell’arrivo a Genova del VO65 Austrian Ocean Racing powered by Team Genova, Daily Nautica ha incontrato a bordo Cecilia Zorzi
Mercoledì 28 giugno, all’indomani dell’arrivo a Genova del VO65 Austrian Ocean Racing powered by Team Genova, Daily Nautica ha incontrato Cecilia Zorzi, giovane velista trentina che ha partecipato alla prima (da Alicante a Capo Verde) e all’ultima tappa (da L’Aia a Genova) della The Ocean Race VO65 Sprint Cup. A bordo dell’imbarcazione di Team Genova, Cecilia ha chiacchierato con Daily Nautica dei momenti più intensi della sua esperienza in questo evento internazionale, dei suoi prossimi progetti di vela e della sua partecipazione al Magenta Project.
Sei stata a bordo per la prima tappa da Alicante a Capo Verde e poi, adesso, per l’ultima tappa da L’Aia a Genova. Quale è stato il momento più bello e quello più impegnativo?
Il più impegnativo, sicuramente, è stato durante la prima tappa, la notte dopo Gibilterra. Avevamo già fatto tutto il Mediterraneo di bolina con 50 nodi, onde ripidissime, ovviamente. La prima notte fuori, in cui stavamo aspettando che passasse questo fronte per finalmente lascar le vele e cominciare a planare in poppa, faceva freddissimo, la transizione (del vento ndr) non arrivava. Praticamente stavamo nuotando, cercando di rimanere a bordo e lì eravamo stanchi, faceva freddo, sta poppa non arrivava mai. Quindi, sicuramente, quello è stato il momento più impegnativo. Classica domanda, classica risposta, il momento più bello è stato l’arrivo ieri, perché comunque arrivavamo a casa ed erano tutti qua ad aspettarci, gli amici, la famiglia, il pubblico. Sono rimasta senza parole.
Anche dopo un arrivo un po’ sofferto, quindi ancora più bello.
Ancora di più, ancora di più.
Nonostante tu sia giovanissima, hai avuto un sacco di esperienze in barca: diverse derive, Mini 650, Class 40. Cosa pensi che un’esperienza su un VO65 ti abbia portato e che potrai applicare anche su altri supporti?
Sicuramente la gestione dell’equipaggio, nel senso che siamo tante persone a bordo. Io ho navigato prevalentemente in equipaggi ridotti e ritrovarmi ad avere a che fare con così tante persone non è stato facilissimo. Siamo un team “international”, quindi la comunicazione era ovviamente solo in inglese e devo dire che comincia a non essere un problema, però quando sei stanco e devi comunicare velocemente non è facilissimo. Quindi questa sarà una cosa che mi porterò dietro. Poi, tra l’altro, io adesso sto costruendo il mio Mini e ci sono un po’ di piccoli dettagli che ruberò sicuramente.
Adesso che hai finito questa parentesi con la Ocean Race, qual è il tuo progetto sportivo?
Sto partendo con una campagna Mini Transat per il 2025. Stiamo finendo di costruire la barca qui in Italia, a Santa Marinella. Sarà una nuova barca scow, che ho visto nascere fin dall’inizio. Ancora non ci ho navigato, però sono già super contenta perché sto imparando veramente tante tante cose. Dopo anni di derive, di offshore, di progetti in cui saltavo a bordo, volevo partire con qualcosa di mio, in cui mettere dentro tutta la mia voglia di navigare ma anche tutta la mia voglia di comunicare, di lanciare messaggi che non sono solo vela ma sono molto di più. Anticipo un po’ ma diciamo che tutta questa campagna si basa sul messaggio che il talento non ha genere, che, indipendentemente dal genere a cui ci sentiamo di appartenere, possiamo fare tutto quello che ci pare. Possiamo stare in mare, possiamo stare in cantiere, possiamo veramente sognare e raggiungere i nostri obiettivi senza doverci sentire come se non fossimo nel posto giusto o come se avessimo qualcosa di meno.
Sappiamo che fai parte del “Progetto Magenta”. Ci racconti cos’è?
L’ho conosciuto nel 2019, quando abbiamo fatto una Barcolana su un Maxi con un equipaggio tutto femminile, in cui ho conosciuto, tra l’altro, tante delle ragazze che hanno fatto questa edizione dell’Ocean Race. Praticamente erano tutte veliste incredibili, che hanno fatto giri del mondo e olimpiadi, veramente pazzesche: mi hanno ispirato tantissimo. Erano le ragazze che hanno fatto l’Ocean Race con Team SCA, che era stato appunto il team tutto femminile, e da lì si sono rese conto che c’era bisogno di parlare e di creare opportunità per le ragazze e hanno creato questo progetto, il Magenta Project, che, tra tutte le attività che fa, ha anche un programma di mentoring, in cui associa ragazze giovani che vogliono approcciarsi a questo mondo con professioniste del settore, quindi veliste ma anche donne che lavorano nel mondo della nautica, imprenditrici e manager.
La mia mentore era Carolijn Brouwer, che ha vinto l’ultima Ocean Race prima di questa, e che mi ha aiutato nella transizione dalle derive alla vela d’altura. Da lì mi si è aperto veramente un mondo, perché ti rendi conto di quante ragazze ci sono che fanno questo e di quante altre vorrebbero farlo e magari non sanno come farlo, che manca loro quel passettino per approcciarsi a questo mondo. In realtà poi sono anche loro che mi hanno ispirato per partire con la mia campagna. C’è anche Susann Beuke con Figaro che è partita con la campagna “This race is female“. Ci sono tante cose che si stanno muovendo e sono contenta, però c’è tanto da lavorare, quindi andiamo avanti.
Argomenti: Daily Nautica, Genova, ocean-race, vela