06 maggio 2016

Urta container, Sorel ritirato da The Transat

06 maggio 2016

Lo skipper francese Maxime Sorel lo scorso 4 maggio ha urtato un container mentre era impegnato nella transatlantica in solitario da Plymouth a New York. VandB, il suo Class 40 ha riportato la rottura del bompresso e alla prua ma il navigatore sta bene. Container alla deriva: un incubo per regatanti e diportisti.

Urta container, Sorel ritirato da The Transat

Lo skipper francese Maxime Sorel lo scorso 4 maggio ha urtato un container mentre era impegnato nella transatlantica in solitario da Plymouth a New York. VandB, il suo Class 40 ha riportato la rottura del bompresso e alla prua ma il navigatore sta bene. Container alla deriva: un incubo per regatanti e diportisti.

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“Non stavo navigando a tutta e ho provato in tutti i modi ad evitarlo ma è stato troppo tardi”. C’è sconforto nelle parole del navigatore francese Maxime Sorel che il 4 maggio mentre era impegnato nella The Transat Bakerly Solo Transatlantic Race, regata in solitario da Plymouth (Inghilterra) a New York (Stati Uniti) è stato costretto ad abbandonare la competizione dopo che la sua barca, il Class 40 VandB, ha urtato un container alla deriva. La collisione, nella quale lo scafo ha riportato ingenti danni al bompresso e alla zona di prua, è accaduta in pieno giorno con condizioni di piena visibilità mentre la barca navigava al lasco sotto spinnaker nella Baia di Biscaglia, circa 90 miglia a Ovest di Lorient, Francia.

Il momento dell’urto, uno shock per lo skipper

Lo skipper francese non ha subito danni nell’incidente anche se a livello emotivo è stato piuttosto stressante come si può immaginare: “Rivedo ancora l’immagine del container subito prima di colpirlo”, ha raccontato Sorel alla radio al comitato di regata prima di fare rotta a La Trinité dur Mer dove il Class 40 verrà riparato. Una delusione per il navigatore resa ancora più cocente perché era nel gruppo di testa della transtlantica.

L’incidente accaduto a Maxime Sorel riporta all’attenzione generale il rischio di collisione con i container alla deriva da parte dei diportisti. Sono frequenti infatti i casi in cui le navi cargo registrano la perdita in mare di una parte del carico. Le cause di questi incidenti sono dovute a condizioni meteorologiche che sollecitano oltremodo la tenuta dei container posizionati sul ponte delle navi. D’altronde l’esigenza di portare a termine il trasferimento delle merci nel minore tempo possibile induce i comandanti a sottostimare le reali condizioni del mare, o meglio af affrontarle a tutti i costi.

Identikit di un container: misure, volume, peso

Come si presenta un container? I container sono realizzati in acciaio e hanno dimensioni standard: i più piccoli misurano 2,5 x 2,5 x 6 metri, hanno un volume di 38 metri cubi e un peso di 2 tonnellate, i più grandi misurano invece 2,5 x 2,5 x 12 metri, hanno un volume di 80 metri cubi e un peso che si aggira sulle 3-4 tonnellate. Ogni container è soggetto a un limite di peso per cui non è mai riempito completamente e rimane sempre un po’ di spazio al suo interno in cui si forma una sacca d’aria. Questa fa sì che i container, una volta caduti in mare, non affondino subito. Solo quando l’acqua riesce a penetrare al loro interno, cosa resa difficile dalla quasi completa tenuta stagna, vanno a fondo.

Container alla deriva. Perché nessuno li recupera?

Ma perché nessuno recupera i container caduti in mare? Fatto salvo l’obbligo del comandante di denunciare all’autorità marittima la perdita del container in mare, l’eventualità di recuperarli è molto improbabile sia perché il carico è assicurato, sia per i costi ingenti delle operazioni di recupero. La realtà è quindi che i mari di tutto il mondo hanno una discreta percentuale di questi insidiosi oggetti semisommersi che vagano indisturbati alla deriva e che costituiscono un rischio concreto per diportisti o skipper impegnati nelle competizioni in oceano.

Regate in oceano, il container è in agguato

Non mancano infatti oltre a quello di Maxime Sorel con il suo Class 40 VandB altri episodi di collisioni con i container che hanno coinvolto barche in regata. Nel novembre 2006 durante la Route du Rhum il trimarano Orange Project al comando dello skipper svizzero Stève Ravussin urtò un container al largo delle Azzorre che gli distrusse la deriva di uno scafo e il timone centrale della barca. La stessa Ellen McArthur durante il giro del mondo in solitario senza scalo colpì con il suo 60 piedi Open Kingfisher un container che causò danni ingenti allo scafo. Il pericolo di incrociare sulla propria rotta queste scatole d’acciaio è un vero e proprio incubo per le barche in regata ma anche per i diportisti.

David Ingiosi

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