25 febbraio 2013

ARPAL e DISTAV: “Le navi da crociera non interferiscono con l’AMP di Portofino”

25 febbraio 2013

Dopo un anno di monitoraggio, ARPAL e DISTAV hanno presentato i risultati delle indagini condotte sullo stazionamento delle navi da crociera nel Tigullio

Dopo un anno di monitoraggio, ARPAL e DISTAV hanno presentato i risultati delle indagini condotte sullo stazionamento delle navi da crociera nel Tigullio

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Dopo un anno di accurato monitoraggio, l’ARPAL e l’Università degli Studi di Genova (DISTAV) hanno presentato nei giorni scorsi i risultati delle indagini condotte sullo stazionamento delle navi da crociera nel Golfo del Tigullio e, come era facile immaginare, è stato confermato che le suddette navi non inquinano né disturbano la fauna ittica della vicina AMP di Portofino, anche perchè la zona di ancoraggio è generalmente caratterizzata da fondale sabbioso e o fangoso.

 

Come si sa, a causa del decreto “salva coste” che sull’emotività della tragedia della Concordia causata da un irresponsabile…comandante, aveva stabilito delle restrizioni alla navigazione (le leggi esistenti , se rispettate, sarebbero già ampiamente sufficienti)  e fissato una distanza minima dalle AMP di 2 miglia per le navi oltre le 500 tonnellate. Ora, gratificati dai positivi risultati del monitoraggio, tutti gli operatori marittimi, del turismo e del lavoro coinvolti chiederanno al Ministero di poter ridurre la distanza della zona di ancoraggio per favorire lo sbarco e il reimbarco dei crocieristi e ridurre i tempi morti delle suddette operazioni. Il  Decreto dei ministri Passera e Clini solo nel Golfo del Tigullio nel 2012 aveva fatto perdere decine di soste di navi da crociera e un calo di decine di migliaia di turisti e quindi una forte riduzione  dei ricavi vitali per le attività commerciali della zona.

 

Per il 2013 la MSC crociere ha già annunciato di voler saltare lo scalo di Portofino e si rischiano ulteriori riduzioni passaggi. A questo punto si confida nella collaborazione della  Capitaneria di Porto di Genova  che possa sensibilizzare il Ministero dell’Ambiente a trovare una giusta soluzione che, pur continuando a salvaguardare l’ambiente non penalizzi le vitali attività turistiche e lavorative della zona.

 

Ilva Mazzocchi

 

(fonte immagine: genova24.it)

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