06 marzo 2017

Blueprint di Genova: per la Foce si pensa ai privati

06 marzo 2017

Dopo il flop dello scorso bando sono molte le richieste pervenute a Spim, da parte di soggetti privati, per investire sulle aree della ex Fiera del mare

Blueprint di Genova: per la Foce si pensa ai privati

Dopo il flop dello scorso bando sono molte le richieste pervenute a Spim, da parte di soggetti privati, per investire sulle aree della ex Fiera del mare

2 minuti di lettura

Nonostante la battuta d’arresto dovuta al fallimento dello scorso bando di concorso, le aree dell’ex Fiera del mare di Genova, cuore del futuro Blueprint, non hanno perso il loro valore potenziale e la loro capacità attrattiva, soprattutto nei confronti di alcuni privati che sembrano intenzionati ad investire nel progetto.

Come riporta il quotidiano genovese Il Secolo XIX, pare infatti che non siano pochi gli operatori privati che si sarebbero fatti avanti, bussando alla porta di Spim, la società del Comune proprietaria delle aree interessate dal Blueprint. A questo punto la strada più facile da percorrere sarebbe quella del project financing, un sistema di finanziamento per la realizzazione di infrastrutture pubbliche che attinge prevalentemente a capitali privati.

Non essendoci una proposta unitaria, bisognerà quindi decidere se proseguire sulla strada del bando unico o se optare per uno ‘spacchettamento‘, procedendo per gare distinte come aveva proposto il presidente di Spim, Stefano Franciolini, che ha ammesso i contatti in corso con investitori pubblici e privati.

Come vi abbiamo già raccontato, nessuno dei 76 progetti presentati al concorso per il Blueprint era riuscito ad ottenere 70 punti su 100, il punteggio minimo per aggiudicarsi la vittoria. La gara, proposta a fine luglio dal Comune di Genova e Spim, aveva come obiettivo principale quello di riqualificare l’area dell’ex Fiera, 100 mila metri quadrati compresi tra il palazzo dell’ex Nira e l’ingresso di piazzale Kennedy.

Ai concorrenti si richiedeva di presentare una proposta urbanistico-architettonica e un piano economico-finanziario, indicando in 200 milioni di euro il costo massimo degli interventi da realizzare, mentre veniva stimato in 50 milioni il costo delle opere da finanziare con soldi pubblici.

 

 

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1 commento

  1. Sono il capogruppo di uno dei 76 progetti consegnati.
    Non abbiamo più notizie.
    Non abbiamo più risposte.
    Non abbiamo più speranze.
    Genova ritorna nel limbo nel quale sopravvive ormai da troppo tempo.
    Le eccezioni sono sempre più rare.
    Scappai da Genova nel 1982.
    Ogni volta che ci torno prendo sempre più coscienza del fatto che, continuando a gestire così la “cosa pubblica” non si arriverà da nessuna parte.
    Abbiamo lavorato a questo grande progetto in tanti e vorremmo condividere le nostre proposte con la “nostra” città.
    Dateci almeno la parola (come avete promesso), ma datala a tutti, anche agli esclusi perché, indipendentemente dai cavilli di regole inconsuete che ne hanno motivato la “non valutazione” rappresentano comunque un’opportunità per l’amministrazione e la cittadinanza.
    Non è mai troppo tardi fare la cosa giusta.
    Il silenzio è assordante e quindi, a breve, divulgheremo indipendentemente il nostro progetto.
    E non dimentichiamoci che questo concorso è stato gestito anche con un “impegno” pubblico…