Cementificazione delle spiagge: invaso il 56% delle coste italiane
Una cementificazione delle spiagge scellerata e insensata: su 13 litorali analizzati, sono 2194 i chilometri di costa trasformati dall'urbanizzazione
Una cementificazione delle spiagge scellerata e insensata: su 13 litorali analizzati, sono 2194 i chilometri di costa trasformati dall'urbanizzazione
Cementificazione delle spiagge: una problematica che colpisce i litorali di tutto il Paese. Oltre il 56% delle coste italiane, da Nord a Sud, è invaso dal cemento e la regione che si è vista erodere più costa negli ultimi trent’anni è la Calabria che ha perso il 65 % del litorale. La situazione però è destinata a peggiorare con la Legge Madia.
L’allarme viene lanciato da Legambiente che ha presentato i dati nel dossier Salviamo le coste italiane, in cui ha misurato la costa disponibile dal 2012 a oggi a eccezione di Sicilia e Sardegna che saranno presentate il prossimo anno.
Su 3.902 chilometri di coste analizzate in 13 regioni, da Ventimiglia a Trieste, oltre 2.194 chilometri, il 56,2 % dei paesaggi costieri, sono stati trasformati dall’urbanizzazione. Hanno cancellato 222 km di paesaggio costiero dal 1985 a oggi, ovvero dall’entrata in vigore della legge Galasso. Ma perché la Legge Madia aggrava la perdita delle coste italiane? Prova a spiegarcelo Edoardo Zanchini, Presidente di Legambiente.
“Con il silenzio/assenso della Legge Madia i rischi per le coste italiane aumenteranno. Se molte minacce per il paesaggio costiero si sono realizzate all’interno di un quadro normativo che prevedeva piani regionali e vincoli di edificabilità, come quelli introdotti dalla Legge Galasso, è facile immaginare cosa potrà succedere in assenza di una riorganizzazione e di un rafforzamento degli uffici preposti alla gestione dei vincoli. Per questo occorre cambiare le regole di tutela, che si sono rivelate del tutto inadeguate a salvaguardare i paesaggi costieri dalla pressione edilizia”.
Anche in Abruzzo e Lazio Legambiente ha verificato situazioni preoccupanti come nei casi di Montesilvano, Silvi, Francavilla al Mare, Torino di Sangro e Vasto dove sono stati costruiti centinaia di appartamenti invenduti che hanno creato una vera e propria barriera tra il mare e l’entroterra con edifici costruiti praticamente sulla spiaggia. Nel Lazio situazioni analoghe sono state rilevate a Lido di Ostia, le spiagge di Fiumicino, Santa Marinella e Scaglia, in cui non solo si è consumato suolo a scopo residenziale quasi esclusivamente per seconde case e servizi correlati, ma è stata occupata la spiaggia con attrezzature turistiche imponenti.
In Liguria sono scomparsi 218 Km di costa su 345 km, una cementificazione delle spiagge davvero selvaggia, che riguarda tutto lo Stivale.
Foto: http://scirocco.blog.tiscali.it
Argomenti: ambiente-&-sostenibilità, spiagge