Sfruttare l’energia dalle onde del mare, una risorsa da scoprire
Il dispositivo Iswec produce energia dalle onde del mare sfruttando le oscillazioni che il dispositivo subisce quando galleggia in acqua.
Il dispositivo Iswec produce energia dalle onde del mare sfruttando le oscillazioni che il dispositivo subisce quando galleggia in acqua.
Esiste una forza che, almeno in Italia, ancora non è stata sfruttata a pieno: l’energia dalle onde del mare. Il Politecnico di Torino, assieme a Wave of energy, ha creato un dispositivo chiamato Iswec, che è appunto in grado di creare corrente elettrica sfruttando le oscillazioni che subisce quando galleggia in acqua. Verrà messo per la prima volta in mare al largo di Pantelleria e in autuno verrà collegato alla rete elettrica dell’isola.
“E’ il primo dispositivo italiano in scala uno a uno per la produzione di energia dalle onde del mare”, spiegano dall’ateneo torinese. Lo ha messo a punto un team di docenti e ricercatori coordinato da Giuliana Mattiazzo ed Ermanno Giorcelli del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale del Politecnico di Torino, di cui fa parte anche personale dell’Enea e dell’Iamc-Cnr. Il progetto, finanziato dalle Regioni Piemonte e Sicilia, “nasce dalla consapevolezza dell’enorme potenziale energetico del moto ondoso come fonte di energia rinnovabile, grazie alla continuità e alla distribuzione del mare sul globo”, come spiegano gli ideatori di Iswec.
Il Mediterraneo non è particolarmente mosso, eppure ha comunque un grande potenziale. Nelle isole Canarie si possono generare 25 chilowatt per ogni metro di lunghezza del fronte d’onda, sulle coste irlandesi e scozzesi il dato sale a 75 chilowatt, mentre il mare tra il Vecchio Continente e l’Africa può fornire tra i 4 e gli 11 chilowatt. Eppure, sostengono i ricercatori del Politecnico, “estraendo soltanto il 5% del potenziale tecnico di risorsa disponibile per l’Europa, pari a 320 gigawatt, l’energia del moto ondoso potrebbe fornire elettricità a 12 milioni di case”.
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