27 agosto 2018

Il Milanese a Santa: Liguria Nautica vi racconta la sua giornata (PARTE PRIMA)

27 agosto 2018

Cronistoria goliardica per esaltare pregi e difetti del turista lombardo in Liguria

Il Milanese a Santa: Liguria Nautica vi racconta la sua giornata (PARTE PRIMA)

Cronistoria goliardica per esaltare pregi e difetti del turista lombardo in Liguria

4 minuti di lettura

Il Milanese (quello con la M maiuscola) a Santa Margherita Ligure ormai è un’istituzione: non è un turista ma un animale da Piazzetta. Per chi non lo sapesse, quando nomineremo “La Piazzetta” faremo riferimento alla passerella del milanese, il posto dove quest’ultimo può ostentare il suo outfit firmato. In questo pezzo cercheremo di capire quali sono i dieci punti per riconoscere il bauscia quando viene a trovarci.

La nostra analisi fa riferimento al turista scapolo milanese di quarant’anni che per nostra comodità, e per evitare pedanti ripetizioni, chiameremo Lorenzo. Metteremo sotto la lente d’ingrandimento la sua giornata: dalla mattina fino alla sera. Si tratta di un articolo goliardico scritto per parodizzare le abitudini di persone che in qualche modo possono ricordare il nostro Lorenzo.

1-Il Milanese a Santa: la colazione

Abbiamo due tipologie da analizzare: chi non si discosta dalle sue consuete abitudini e va avanti a cornetto e brioche e chi invece vuole scimmiottare il genovese autoctono e non può fare a meno della focaccia. Ovviamente stiamo parlando della focaccia inzuppata nel cappuccino: un must per noi liguri. Una vera goduria, un qualcosa di divino che però non tutti sanno apprezzare. Lorenzo ama, o meglio dice di amare, questa tipica colazione, ma questa volta passa e va sul classico.

2-Il Milanese a Santa: spuntino prima della spiaggia

Lorenzo però non potrà rifiutare la pausa focaccia delle 11. Mi sembra di averlo qua davanti a me: Ray-Ban sugli occhi, camicia bianca di lino, costume e mocassini. Il Milanese a Santa solitamente si reca da Fiordiponti, una delle focaccerie top della zona e prende letteralmente d’assalto il locale. Per il sammargheritese che vuole semplicemente prendersi la sua striscetta di focaccia da un euro si prospettano attese bibliche.

3- Il Milanese a Santa: si va in spiaggia

In spiaggia si va tra le 12,30 e le 13 e Paraggi è il paradiso per il bauscia che arriva dalle nostre parti. Una volta arrivato, passa circa venti minuti a scattare foto da tutte le posizioni possibili e immaginabili, per poi condividere queste sue “creazioni artistiche” sui social. La più bella la stamperà e la terrà dentro il suo portafoglio per ammirarla d’inverno prima di uscire di casa, prima di tuffarsi nella nebbia. Ogni milanese doc ne tiene una e la conserva gelosamente. Non ci credete? Provate a controllare.

4-Il Milanese a Santa: la giornata in spiaggia (parte prima)

Paraggi è splendida ma il turista lombardo ha le sue necessità: relax, relax, relax. Per questo motivo molti scelgono di fermarsi in una spiaggia attrezzata, ad esempio nella zona di Gio&Rino o di Punta Pedale. Lorenzo arriva, si spoglia, si sdraia e sonda il territorio per capire quali potrebbero essere le possibili prede.

Dopo una prima fase di studio, decide di farsi un bagno e poi si siede a riva. Non ha i Rayban, non ha la camicia di lino bianca, non ha i mocassini, ma è sempre lui. Lo potremmo riconoscere anche a chilometri di distanza.  Mangia qualcosa di veloce e poi torna “in postazione”: per il milanese il pranzo è sempre molto veloce in vacanza come al lavoro.

5- Il Milanese a Santa: la giornata in spiaggia (parte seconda)

Il nostro bauscia è tornato sul suo lettino (prima non ve l’abbiamo detto, ma era scontato: senza sdraio e ombrellone non si va da nessuna parte), ha notato un’autoctona e prova a tirarsela un po’. Incrocia il suo sguardo, fa il marpione, ma capisce presto che non c’è trippa per gatti. Il Milanese a Santa non prende mai un due di picche, al massimo decide di ritirarsi poiché non giudica le sue prede all’altezza. Dopo circa tre ore ritorna al bar e decide di lanciarsi: quando Lorenzo si butta non può mai andare male (questo almeno è quello che crede lui).

Vuoi scoprire quali come andrà a finire l’avventura del nostro Lorenzo? Segui la seconda parte!

Paolo Bellosta

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1 commento

  1. Mario Vassena says:

    Meno male che a Santa sono arrivati negli anni 50 i milanesi.
    In quegli anni, per arrivare da Milano a Santa masalvo un pezzo di autostrada, si doveva attraversare Genova
    (la superstrada non esisteva) e poi… facendo le strade ordinarie si arrivava a Santa, Le macchine erano poche ma belle, e nel porticciolo, si cominciavano a vedere i primi motoscafi RIVA,
    Anche se per venire a Santa il venerdì e ritornare alla domenica, i tempi del solo viaggio era di circa 6/7 ore,