22 agosto 2018

Isola del Giglio tra mare, natura e leggende

22 agosto 2018

Siamo andati per un giorno all'isola del Giglio, il cui nome significa isola delle capre, forse i veri e primi abitanti di quest'isola. E' una meta ideale per trascorrere le vacanze

Isola del Giglio tra mare, natura e leggende

Siamo andati per un giorno all'isola del Giglio, il cui nome significa isola delle capre, forse i veri e primi abitanti di quest'isola. E' una meta ideale per trascorrere le vacanze

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L’azzurro intenso del mare in alcuni tratti di un color smeraldo e il verde della macchia mediterranea inframezzati dal verde più chiaro dei vigneti, dove fin dai tempi antichi si produce il bianco Ansonaco. Sono i colori dell’Isola del Giglio, una vera e propria perla dell’Arcipelago toscano in grado di offrire a chiunque la visiti, sia per un’escursione di un giorno sia per più giorni per trascorrere le vacanze, paesaggi mozzafiato e selvaggi e chilometri di costa dal mare cristallino.

Ad un’ora di distanza dalla costa, a circa 13 km da Porto Santo Stefano, il rinomato porticciolo turistico nel Comune di Monte Argentario, in provincia di Grosseto, da dove partono i collegamenti marittimi, l’Isola del Giglio è una meta turistica ideale per gli amanti del mare e per chi ama avventurarsi in percorsi naturalistici e sentieri alla scoperta di un luogo che parla non solo di mare ma anche di storia e affascinanti leggende.

Arrivati a Giglio Porto con le sue case colorate e pittoresche, se non si opta per affittare una barca, ideale per vsitare l’Isola del Giglio, si può prendere uno dei bus che attraversano l’isola per raggiungere Giglio Castello, il borgo medioevale risalente alla dominazione pisana arroccato a 357 metri sul livello del mare e la Spiaggia del Campese, la più grande del Giglio.

Giglio Castello con il suo borgo medioevale è un vero e proprio scrigno di bellezza, il cui fascino sembra essere rimasto intatto nel tempo: è tutto un arrampicarsi di stradine lungo gli antichi camminamenti che ti conducono a luoghi panoramici dalla vista spettacolare su uno dei fari dell’isola. Anche dall’antica Rocca Aldobrandesca, chiusa al pubblico temporaneamente per restauri, che domina la parte superiore dell’abitato, la vista è straordinaria e quasi surreale perché ovunque si vede il mare.

Il borgo era stato costruito da Pisa per difendersi dalle incursioni dei pirati dal mare. Successivamente i Medici, quando l’isola passò a Firenze, contribuirono ulteriormente alla sua fortificazione e a quella del Castello, costruendo mura ancora più massicce munite di torre vedetta, quelle che si vedono oggi, con il riutilizzo in parte delle mura pisane dell’XI sec. Fino al fine del ‘700, infatti, il Giglio dovette difendersi dai pirati.

Dopo questa immersione in questi luoghi così ricchi di storia e leggende senza tempo, una soluzione ideale per godersi mezza giornata di mare e di spiaggia, che non può mancare prima di riprendere il traghetto, è la Spiaggia del Campese, l’unica baia raggiungibile con il bus. Le altre spiagge, Cala delle Cannelle delle Caldane e Arenella, bellissime e dai colori tropicali con la sabbia chiara sul versante est, sono raggiungibili soltanto via mare o attraverso sentieri panoramici.

Per essere la spiaggia più accessibile dell’Isola del Giglio, la baia del Campese è molto tranquilla e una delle più suggestive con la torre medicea da un lato e uno scoglio, il Faraglione, dall’altro. Qui i colori del mare, di una limpidezza straordinaria con un fondale che tende a scendere subito, contrastano con la sabbia rossastra di sedimentazione granitica. Con maschera e boccaglio ci si può divertire a fare snorkeling soprattutto nelle vicinanze del Faraglione, anche se l’Isola per la varietà dei suoi fondali è un paradiso per gli amanti delle immersioni.

E forse è proprio in prossimità della Torre del Campese, che domina la spiaggia o in queste acque che oggi per noi sono luogo di svago e divertimento, che avvenne un episodio a metà tra la leggenda e la storia. Si narra infatti che nel 1799 un massiccio sbarco di tunisini venne messo in fuga da un’improvvisa tempesta attribuita per tradizione a San Mamiliano.

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