Scarpe realizzate coi rifiuti dell’oceano? Ora è realtà!
Adidas, multinazionale specializzata nell'abbigliamento sportivo, sta portando avanti da anni un'iniziativa molto "green"
Adidas, multinazionale specializzata nell'abbigliamento sportivo, sta portando avanti da anni un'iniziativa molto "green"
Realizzare un paio di scarpe da ginnastica con i rifiuti dell’oceano? Ormai è realtà!
I numeri dell’inquinamento marino sono davvero terrificanti: pensare che ogni anno finiscano in acqua tra le 5 e le 13 milioni di tonnellate di plastica fa impressione. Un danno non solo all’ambiente ma anche alla fauna: ogni anno infatti 1,5 milioni di animali (tra cui uccelli, pesci, balene, delfini e tartarughe) perdono la vita proprio a causa di questi scarti.
Ovviamente realizzare un paio di scarpe coi rifiuti oceanici non servirà certo a risolvere il problema ma è un segnale, un ottimo punto di partenza. Il messaggio che vogliamo trasmettere è semplice: fare qualcosa di concreto per l’ambiente è possibile, anche per chi, come le grandi multinazionali, non metterà mai da parte il proprio tornaconto.
A volte basta davvero poco, basta trovare il modo di far conciliare interessi economici e tutela ambientale.
Adidas prosegue la sua campagna green: ecco un nuovo modello di scarpe realizzate coi rifiuti dell’oceano
Il brand tedesco ha annunciato da diversi mesi la collaborazione con Parley for the Oceans, associazione che si impegna nella sensibilizzazione su tematiche quali l’inquinamento ambientale.
Adidas ha iniziato dal 2016 a lavorare con Parley per sviluppare fibre a base di rifiuti oceanici riciclati da impiegare nella realizzazione dei propri capi di abbigliamento.
In ordine di tempo l’ultima creazione si chiama Adidas UltraBoost X: un prodotto ideale per gli appassionati del running che cerca anche di salvaguardare l’ambiente. Ovviamente sulla qualità di quest’accessorio non ci esprimeremo, non è nostro compito, è però molto importante che una multinazionale così conosciuta si impegni in campagne di questo tipo. Un segnale forte. Il modo migliore per riutilizzare i rifiuti che da decenni insudiciano i nostri mari.
Paolo Bellosta
Argomenti: Daily Nautica, mare