Vendono casa e partono in barca a vela con i tre figli: il sogno della famiglia Barberis diventa realtà – La nostra intervista
Il sogno della famiglia Barberis sta per diventare realtà. A settembre la partenza
Il sogno della famiglia Barberis sta per diventare realtà. A settembre la partenza
Navigare per l’Oceano Atlantico in barca a vela. Partire per un anno o forse più. Vivere una esperienza di vita diversa e dimostrare che i sogni si possono realizzare anche se si è una “normale famiglia italiana”. E’ il progetto di Sara e Stefano Barberis, con i loro tre bambini, Iago di 11 anni, Nina di 8 e Timo di 3 anni.
Il 18 giugno, biglietti del traghetto alla mano, andranno in Grecia per riportare in Italia Shibumi, un Mikado 56. Un ketch a pozzetto centrale armato a cutter, realizzato nel 1982 dal cantiere navale C.N.S.O. Giusto il tempo di rifarle il trucco e poi a settembre spiegare le vele. Destinazione l’Oceano Atlantico. Venti giorni di navigazione da Capoverde a Santa Lucia, nei Caraibi e poi da lì chissà, magari concludere la traversata immergendosi nelle acque dell’oceano Pacifico per un altro anno. “Ora si parte e poi si vedrà cosa succede – racconta Sara a Liguria Nautica – il nostro è un biglietto di sola andata”.
Sara e Stefano Barberis vivono in un paesino in provincia di Lecco. L’acqua salmastra li ha fatti incontrare. Galeotta fu una vacanza in barca a vela. Tellaro, il borgo che sembra tuffarsi nel Golfo dei Poeti, amato da D.H. Lawrence e da Mario Soldati, ha fatto da sfondo alla loro promessa d’amore. Da venti anni la famiglia Barberis trascorre tutte le estati due mesi in barca a vela, a stretto contatto con la natura. “All’inizio – spiega Sara –ne avevamo una in condivisione con altri amici, poi dopo tanti sacrifici tre anni fa è arrivata Shibumi”.
“Shibu”, come la famiglia Barberis chiama affettuosamente la propria imbarcazione, raggiungerà per i primi di luglio Bocca di Magra, borgo marinaro alla foce del fiume Magra, in provincia della Spezia. Qui rimarrà ferma un paio di mesi, giusto il tempo per effettuare alcuni lavori prima della partenza prevista per il 1 settembre. Prima tappa le Baleari, poi Gibilterra e finalmente Shibumi si immergerà nell’Oceano Atlantico, navigando verso le Canarie, sperando di non mancare l’appuntamento con gli Alisei e via a vele spiegate verso Capoverde e poi i Caraibi.
Il lockdown ha stravolto i progetti della famiglia Barberis. L’intenzione originaria, infatti, era quella di mollare gli ormeggi prima e navigare con calma alla volta della Sardegna, lambendo poi le Baleari e ammirando i colori del sud della Spagna ma l’emergenza Coronavirus ha costretto Sara e Stefano a posticipare la partenza e ripensare la tabella di marcia.
Un sogno nel cassetto a cui la famiglia Barberis sta lavorando già da qualche anno.“Ci stiamo provando in tutti i modi – sottolinea Sara –stiamo lottando con i denti per realizzare il nostro sogno”. Fino alla scelta di giocare il tutto per tutto vendendo la propria casa per raccogliere i fondi necessari per la traversata.
“Con il ricavato – rivela – pagheremo i lavori a Shibumi e abbiamo calcolato di riuscire a vivere per un anno. Poi speriamo di trovare anche alcune collaborazioni da remoto. Mio marito è un fisico nucleare e lavora nell’informatica e programmazione web. Siamo aperti a qualsiasi tipologia di esperienza e di proposte. In barca non hai tante spese come nella vita normale”.
L’idea della famiglia Barberis è anche quella di trasformare la loro imbarcazione in un floating lab, un laboratorio galleggiante per progetti sociali, scientifici e ambientali da sviluppare durante la navigazione, come quello sulle microplastiche. “Vorremmo coinvolgere persone dei campi più disparati”, afferma Sara.
“Nello sviluppo del progetto sulle micropolastiche – aggiunge – abbiamo il supporto di un amico scrittore e Massimo Temporelli, titolare di The Fablab Milano e numero uno per la divulgazione scientifica. Stiamo aspettando una risposta anche da parte dall’ISMAR CNR di Lerici. In parallelo alla parte scientifica i bambini svilupperanno da remoto un progetto con la scuola di sensibilizzazione ambientale. Loro saranno gli inviati sul campo”.
Navigare per gli oceani con tre bambini al seguito può essere un’esperienza indimenticabile ma allo stesso tempo è senza dubbio una sfida importante. “Di solito – ricorda Sara – tutti partono con la pensione. Noi invece vogliamo godere questa avventura adesso con l’energia dei 40 anni e far godere di questa esperienza anche ai nostri figli. Sicuramente sarà una bella sfida”, ammette.
Partire, salpare, vivere un’esperienza di vita diversa. “Bisogna buttarsi – conclude Sara – la vita non si vive due volte. Tutti possono realizzare i propri sogni, anche una famiglia normale, italiana, che lavora e si fa il mazzo, con 3 bambini al seguito. Il lancio dal trampolino noi l’abbiamo fatto ed ora siamo in volo”.
E’ possibile seguire le avventure della famiglia Barberis sul canale instagram sailing_shibumi
Maria Cristina Sabatini
Argomenti: viaggi-e-vacanze
Avventura io direi, un po sconsiderata ,
Ai .bambini non gli serve la scuola? Non si creda che inserirli in barca giovi più di tanto.
Leggendo riviste di vela, ho visto come
può finire una esperienza simile se troppo lunga. Pensino a quelle tre piccole creature.
Avventura la si può chiamare certamente, come la mettiamo con i bambini? Istruzione non certo dai soli genitori, la solitudine modifica il carattere, loro son piccini, non si può certamente vivere sempre in barca, leggendo riviste di vela, si può già sapere quale il rischio peggiore per quelle avventure
Non condivido la loro scelta ci sono tre bambini piccoli poterano partire da soli marito e moglie
come fare se uno non sta bene?
condivido la vostra scelta, è apprezzo il vostro sogno buon vento.
Fair winds and smooth sea !!
Bravi e ammirevoli
Grandi ragazzi e bravi, è sempre stato il grande vostro sogno.
Ricordo quando ne parlavamo nelle giornate passate insieme a divertirci.
Bellissimo progetto
The Camperist
Auguri per la scelta, e tanto di quella fortuna per realizzare questo progetto
Saluti
H.-W. Str.